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Sanità

I seguaci vicentini
del metodo Hamer
contro i tumori

Esami di laboratorio. Nel Vicentino non manca chi rifiuta la chemioterapia e cerca di combattere il tumore con metodi alternativi. ARCHIVIO
Esami di laboratorio. Nel Vicentino non manca chi rifiuta la chemioterapia e cerca di combattere il tumore con metodi alternativi. ARCHIVIO
Esami di laboratorio. Nel Vicentino non manca chi rifiuta la chemioterapia e cerca di combattere il tumore con metodi alternativi. ARCHIVIO
Esami di laboratorio. Nel Vicentino non manca chi rifiuta la chemioterapia e cerca di combattere il tumore con metodi alternativi. ARCHIVIO

Bagnoli di Sopra, fra Padova e Rovigo. Eleonora, 18 anni, si ammala di leucemia all’inizio di quest’anno. I medici le consigliano cicli di chemioterapia, ma lei rifiuta. I medici padovani di oncoematologia vogliono provare a curarla, ma i genitori, seguaci delle teorie di Hamer, ne appoggiano la scelta. Eleonora va a farsi curare in Svizzera, dove sono autorizzate forme di medicina alternativa. Prende cortisone e vitamina C. Eleonora muore. Il tipo di leucemia che l’aveva colpita guarisce in 4 casi su 5. Rimini: ha 34 anni ed è mamma di due bambini. Era stata operata di tumore al seno 4 anni fa e le era stato prescritto un ciclo di chemioterapia. Anche lei rifiuta e muore. Anche lei seguiva le teorie di Hamer. Anche lei si è opposta alle cure “classiche” per seguire le ricette mortali del “guru” tedesco. I tentativi della famiglia e del chirurgo che l’aveva operata di farle cambiare idea risultano vani. Dice “no” anche quando resta ancora qualche possibilità di fermare le metastasi. Il suo era un tumore guaribile. Se avesse fatto la chemioterapia oggi sarebbe viva.

IL MEDICO RADIATO. Ryke Hammer è un ex medico internista tedesco, arrestato, condannato per frode, radiato nel 1986, che ha elaborato questo metodo dopo la morte del figlio Dirk, ucciso nel 1978 da un colpo di carabina sparato da Vittorio Emanuele di Savoia in Corsica. L’anno dopo Hamer fu colpito da un tumore del testicolo che egli attribuì al “corto circuito” mentale ed emotivo causatogli dalla tragedia. Secondo le sue teorie, smentite dalla comunità scientifica, a far esplodere il cancro sarebbe un trauma psicologico che coglie impreparati, per cui, risolto questo conflitto psichico, la malattia evapora. Invece uccide.

SU INTERNET. Dopo la cosiddetta cura Di Bella, dopo la truffa Stamina, ecco il ritorno letale della «nuova medicina germanica», l’alternativa di Hamer alla medicina ufficiale. Una follia. A volte, come è avvenuto con Stamina, la “pozione miracolosa” viene offerta in un ospedale. Ma quasi sempre è nella giungla social che ciarlatani e venditori di morte prosperano indisturbati.

LA MAMMA. Eppure i casi di persone che rifiutano le cure tradizionali per affidarsi a stregoni sono in aumento. Vicenza non ne è immune. Aveva 35 anni, abitava nella zona di Arzignano, era madre di 3 bambini, apparteneva a una famiglia-bene. Anche lei un tumore al seno. Anche lei, dopo l’intervento, non ha voluto né chemioterapia né radioterapia ma si è affidata alla medicina alternativa di Hamer. È morta lo scorso anno fra atroci sofferenze. «L’abbiamo supplicata – spiega il dott. Graziano Meneghini, direttore del Centro Donna di Montecchio Maggiore, una delle due Breast Unit del Veneto, membro della commissione ministeriale per l’organizzazione delle reti di senologia – ma non c’è stato nulla da fare. Sarebbe guarita. È un dramma che mi rimane impresso, che continua a procurarmi rabbia. Purtroppo internet inganna. Le vittime vengono plagiate da questi imbonitori che agiscono nel momento in cui la malattia rende più deboli».

IL GIOVANE. Un caso analogo fece soffrire molto l’ex primario di ematologia del San Bortolo, studioso di fama internazionale, Francesco Rodeghiero. Giovane, 33 anni, aveva il morbo di Hodgkin. Niente chemioterapia ma compresse di ferro e vitamine più qualche trasfusione. Risultato: il paziente ha continuato a peggiorare. «Quando si è presentato da noi era ormai compromesso. Questa è una malattia che, se presa al primo stadio, guarisce nel 95 per cento dei casi. Ricordo anche una bambina talassemica. Aveva bisogno di trasfusioni. Dopo la prima volta i genitori non la portarono più. Altri pazienti, dopo il turbamento iniziale, si convinsero. Gli adulti hanno la libertà di fare quello che vogliono. Se il caso riguarda un bambino il medico può rivolgersi al giudice tutelare».

CURE ERRATE. Esperienze negative anche per l’ex primario di oncologia Franco Figoli. Ha visto tanti pazienti scegliere cure errate: «Purtroppo dobbiamo fare i conti con una cultura scientifica che nel nostro Paese non è coltivata, ma noi medici dobbiamo cercare di non abbandonare mai i nostri malati».

Franco Pepe

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