<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Verso i Giochi

I primi atleti olimpici vicentini a Tokyo: «Un tampone al giorno»

I nuotatori vicentini Thomas Ceccon e Pier Andrea Matteazzi
I nuotatori vicentini Thomas Ceccon e Pier Andrea Matteazzi
I nuotatori vicentini Thomas Ceccon e Pier Andrea Matteazzi
I nuotatori vicentini Thomas Ceccon e Pier Andrea Matteazzi

I primi olimpici vicentini sono già a Tokyo. Il numero dei casi di positività al Covid da quando sono iniziati gli arrivi dei partecipanti ai Giochi, il primo luglio, è arrivato a 87; dodici nuovi casi nelle ultime ventiquattro ore di cui due al Villaggio. L'allerta degli atleti è massima.

 

Leggi anche
Tokyo chiama, Vicenza c'è. Sogno olimpico per nove

 

L'Italia del nuoto è arrivata ieri al Villaggio Olimpico. Proveniente da Tokorozawa, un paio d’ore di pullman da Tokyo, dove ha svolto una decina di giorni di preparazione. Nella squadra azzurra anche i vicentini Pier Andrea Matteazzi e Thomas Ceccon. «Non ci sono stati problemi al college - dice quest’ultimo - a parte gli alloggi perchè avevamo stanze piccolissime e ci siamo dovuti adattare. Siamo sempre stati isolati da tutto e da tutti. Ora al Villaggio Olimpico sarà diverso anche se all'interno ci sono stati finora pochi casi di Covid. Ho sentito che hanno fermato Ilya Borodin, il campione europeo dei 400 misti che conosco, risultato positivo. Se prendi il Covid sei fregato perché devi stare due settimane in quarantena e poi ti mandano a casa. Per cui cerco di stare molto attento, anche se il timore è grande».

L'arrivo al Villaggio Olimpico è stato per Pier Andrea Matteazzi un’esperienza difficile da dimenticare. «È praticamente una città, un viavai interminabile di atleti, un'emozione unica. Bellissimo, anche se devo ancora rendermi conto che fra poco più di un giorno (sabato, ndr) ho la mia gara. A parte l'isolamento cui siamo stati costretti, sono rimasto impressionato dalla gentilezza e dall’ospitalità dei giapponesi».

Oltre a Ceccon e Matteazzi al training camp c'era anche Alberto Burlina, l'allenatore della Leosport Creazzo il quale però, terminato il raduno, ha fatto rientro in Italia. «Io e altri tre tecnici presenti al campus siamo dovuti rientrare. Peccato, perché se non ci fosse stato il Covid saremmo rimasti. La preparazione è andata bene. La situazione d'allenamento è stata ottimale a parte il caldo. La cucina italiana messa a disposizione degli atleti era di alto livello. In tutti gli 11 giorni di allenamento siamo rimasti dentro una bolla strettissima con controlli all'ingresso serrati e un tampone al giorno per noi».

L’avventura a cinque cerchi è ai blocchi di partenza anche per Fabio Dalla Fina, scoutman della nazionale di volley maschile. Vicentino di Marano, classe 1984, è al suo terzo anno in Nazionale maggiore. L’ambientamento, le prime giornate di lavoro tra analisi di video, statistiche e riunioni non permetteranno probabilmente subito di assaporare il clima della rassegna. E poi c’è il Covid, un avversario invisibile e non ancora sconfitto. «Da quello che sappiamo – racconta lo stesso Dalla Fina alla vigilia della partenza – ci saranno controlli rigidi, limitazioni ma sarà possibile girare nel Villaggio per cercare di vivere lo spirito olimpico. Son certo che sarà tutto molto bello, immergersi con differenti sport e nazionali e capire come gli altri si preparano e vivono l’evento».

L’Italvolley maschile, femminile e le coppie del beach saranno alloggiati nella palazzina assieme ai ragazzi dell’atletica, al Coni ma anche all’Argentina. Niente sfilata di apertura, niente selfie e passerella in mondovisione, avendo la mattina seguente alle 9 (le 2 di sabato in Italia) l’esordio nel girone A con il Canada. «Partecipare alla cerimonia con cinque o sei ore in piedi allo stadio ci avrebbe stancato. Dispiace ma è una scelta necessaria. Il nostro girone (Canada, Polonia, Giappone, Iran e Venezuela, ndr) è più abbordabile rispetto all’altro che ha quattro pretendenti al successo, ma non è da sottovalutare. Col Canada dobbiamo stare attenti al muro e al loro servizio. Puntiamo all’oro? Certo come faranno tutti. Sarà una competizione agguerrita e difficile ma ci siamo preparati bene e faremo del nostro meglio». 

 

Antonio Simeone / Andrea Maroso

Suggerimenti