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Il caso

Ha insultato Alessandra Moretti sui social. Imprenditore milanese finisce a processo

Europarlamentare Alessandra Moretti, esponente del Partito democratico
Europarlamentare Alessandra Moretti, esponente del Partito democratico
Europarlamentare Alessandra Moretti, esponente del Partito democratico
Europarlamentare Alessandra Moretti, esponente del Partito democratico

L'epiteto più gradevole che questo galantuomo ha rivolto, via social, ad Alessandra Moretti è "idiota" ed è una delle poche parole riferibili di un messaggio che definire offensivo è dire poco. Lui, il protagonista del "pregevole" scritto, è Fabio A., 56 anni, imprenditore, residenza a Montecarlo, ma con base a Milano. E adesso per lui è arrivato il momento di rispondere delle volgarità rivolte all'europarlamentare vicentina visto che venerdì in tribunale a Vicenza è prevista la prima udienza del processo che lo vede imputato per diffamazione aggravata. Il post in questione, che ha un incipit osceno e sessista, risale a quattro anni fa.

Quel giorno Alessandra Moretti lo ricorda così: «Persone che conoscono mi chiamarono per avvisarmi che questa persona, a me estranea, aveva postato sulla sua pagina Facebook un commento orrendo su di me». E in effetti lo era. L'uomo aveva preso come spunto per le suo offese una dichiarazione di Moretti contro Matteo Salvini. Dichiarazione che per altro era totalmente fasulla e che Moretti mai aveva pronunciato. Ma, si sa, sui social compaiono una quantità impressionante di articoli inventati di sana pianta, costruiti ad arte, diffusi per spargere un po' di fake news e presi per buoni da tanti frequentatori del mondo virtuale.

Ma questo cambia poco. Il punto vero è che quelle false dichiarazioni fanno da detonatore e da lì a vomitare addosso a Moretti parole irripetibili è un attimo. Ma stavolta Fabio A., compulsando quelle oscenità ben nascosto dietro lo schermo del suo pc o del suo telefonino, ha fatto male i suoi calcoli. Già, perché Moretti non ci passa sopra e lo denuncia. E venerdì, appunto, è in agenda il processo. L'uomo ha provato a scansarlo, ma ha fatto un buco nell'acqua. «Il mio avvocato, Fernando Cogolato, è stato contattato dal legale dell'imputato: ci sono stati proposti 5 mila euro in cambio del ritiro della querela».

Proposta che l'europarlamentare del Partito democratico ha però respinto al mittente. «Naturalmente ho detto di no perché non è una questione di solidi, è una questione di principio. La violenza, in qualsiasi forma si manifesti, verbale o fisica, va sempre denunciata. Ancora troppe donne non lo fanno. E ciò che noto io è una regressione ulteriore dei diritti, del linguaggio, dei comportamenti. Questa è una deriva pericolosa», sottolinea la Moretti. Ed è una deriva che sui social, dove di fatto ciascuno può scrivere tutto ciò che gli pare, spargendo il terreno con volgarità e offese varie, è praticamente impossibile da arginare. «Servirebbe una legge europea che costringesse le piattaforme, con sede negli Stati Uniti, a mettere delle regole. Ci stiamo lavorando, ma è molto complesso».

Se essere protetti dagli insulti, dunque, diventa difficile, in particolare se si è un personaggio pubblico e ancora di più se si è pure donna, ciò che invece si può fare è denunciare. «Ci sono cose - spiega Alessandra Moretti - che non possono passare sotto silenzio, per questo faccio questa battaglia: che non vuole essere una mia battaglia ma una battaglia collettiva. Gli uomini che usano i social per riversare nefandezze contro le donne devono pagare. Anche se in verità devo dire che con me questo personaggio ha utilizzato un linguaggio con offese sessiste ma ho visto che offese, di altro tipo, le ha rivolte anche colleghi politici maschi». Un habituè, insomma, che questa volta però finirà in tribunale davanti a un giudice. «Se mi ha chiesto almeno scusa? No, assolutamente», conclude l'europarlamentare.

Roberta Labruna

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