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Nel Vicentino

Gennaio all’asciutto, con soli tre giorni di pioggia: vicini al record dell’89

Un gennaio così secco non si registrava da vent’anni. Era il Duemila infatti quando le stazioni meteorologiche rilevavano a Vicenza 1,2 millimetri di pioggia caduta nel corso dell’intero mese. A ieri – 19 gennaio – le centraline vicentine ne segnavano 15,4. Ma mancando ancora dieci giorni al termine e considerando possibili, per quanto non previsti, rovesci, è probabile che il record dovrà essere ritarato sul decennio: nel 2012, a gennaio, erano scesi 17,4 millimetri di acqua piovana.
Comunque poca, pochissima, rispetto alla media berica e veneta che oscilla tra 76 e 90 millimetri mensili, come riferisce anche l’Arpav. Secondo l’ente infatti, dall’inizio dell’inverno meteorologico (il primo dicembre) si sta assistendo ad una condizione “piuttosto secca e caratterizzata da frequenti condizioni di tempo stabile”, con il risultato che a dicembre, a livello regionale, è caduta complessivamente la metà delle precipitazioni “normali”: in tutto, 44 millimetri contro una media storica di circa 80.
La maggior parte degli eventi pluviometrici poi, si sono concentrati nella prima decade dicembrina, neve compresa. Anche nel Vicentino, a dicembre si sono osservati 50 millimetri di pioggia, contro gli 80 abituali.
Una situazione che, se possibile, è ulteriormente peggiorata da inizio gennaio: tolte le pochissime gocce scese ieri, non piove praticamente dall’Epifania. Al giorno della Befana risale l’ultima pioggia, dopo le precedenti del 5 e del 4.
E così – con tre sole giornate “bagnate” - si concluderà con tutta probabilità il mese, secondo l’analisi di Marco Rabito di Meteo in Veneto: «Quest’anno siamo ad appena tre giorni di pioggia a fronte di una media di sette, nell’arco dei trentuno», conferma Rabito. Che pur riconoscendo il fatto che, storicamente, dicembre e gennaio siano caratterizzati da clima asciutto, si sofferma sull’estremizzazione meteoclimatica che caratterizza gli ultimi anni: basti pensare che, solo lo scorso anno, a gennaio erano caduti 176 millimetri di pioggia. Addirittura, nel 2014 la cifra record di 374,8, in diciotto giorni di precipitazioni. «Questo è un ulteriore segnale del cambiamento climatico, con estremi opposti a distanza di pochi anni – osserva Rabito – anche se da vent’anni a questa parte sono molto più frequenti i gennai poco piovosi, rispetto a quanto avveniva nel secolo scorso».
Ma anche andando più indietro nel tempo, i casi di inizio d’anno siccitosi non mancano: nel gennaio del 1989, per esempio, si segnò un piatto “0 millimetri”, nel 1993 2 millimetri. Ancora più in là – era il 1964 – 1,8 millimetri.
A determinare l’assenza di precipitazioni, in questo assaggio di 2022, è la prevalenza di un regime di alta pressione, che significa sostanzialmente bel tempo.
Solo ieri alcune nubi e nebbie mattutine si sono addensate sulla città, portando una lieve instabilità scomparsa poi nel corso della giornata. «L’alta pressione perdurerà almeno fino alla fine del mese, avremo giornate serene ma temperature sottozero al mattino, con massime sopra la media invece nelle ore centrali», spiega Rabito che lascia uno spiraglio per quanto riguarda la neve, nonostante dai –5 gradi misurati il 13 gennaio si sia passati ai 12-13 che si possono raggiungere all’ora di pranzo. «Anche se in montagna di neve se n’è vista poca, le cose potrebbero cambiare di qui alle prossime settimane – assicura – febbraio è generalmente un mese più dinamico e non è detto che in pianura la neve sia un capitolo chiuso». 

 

Giulia Armeni

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