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Vicenza

Gara degli aghi
Giudice condanna
un infermiere

Nuova puntata del caso spuntato nel gennaio 2016
Una sala del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo. ARCHIVIO
Una sala del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo. ARCHIVIO
Una sala del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo. ARCHIVIO
Una sala del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo. ARCHIVIO

VICENZA. Da qualunque angolazione la sia guardi, la gara degli aghi per il tribunale rappresentò una mancanza di rispetto per i pazienti: da sanzionare. E bene fece il primario a segnalarla ai superiori. Non a caso, i giudici hanno ritenuto che Vincenzo Riboni si sia comportato con correttezza: è stato assolto dalle contestazioni, e l’Ulss sbagliò a sospenderlo. Ora una nuova sentenza vede prevalere l’Ulss su un infermiere, che venne sanzionato dall’Ufficio disciplinare: il giudice ha rigettato il ricorso del dipendente, ripetendo che quello scambio di messaggi andava punito. E quindi ha confermato il “rimprovero scritto”, provvedimento peraltro assai lieve, a un infermiere della città, rigettando la richiesta. 

 

Il caso scoppiò nel gennaio 2016, quando l'ex primario Riboni segnalò 8 persone del suo reparto, i cosiddetti Amici di Maria, dal nome della chat su whatsapp, alla direzione dell’Ulss, ritenendole responsabili di una presunta gara di cannule alle spalle dei pazienti. Il Nursind denunciò Riboni, sostenendo che aveva alterato i contenuti di una riunione. L’Ulss sospese Riboni 10 giorni: una sanzione fatta scontare subito. Il medico ha poi vinto i ricorsi. 

Diego Neri

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