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Sicurezza stradale

Frenate, controsterzo e slalom. Neopatentati a scuola di guida “pericolosa”

I corsi di guida in condizioni pericolose vengono svolti gratuitamente da 20 anni (Colorfoto)
I corsi di guida in condizioni pericolose vengono svolti gratuitamente da 20 anni (Colorfoto)
I corsi di guida in condizioni pericolose vengono svolti gratuitamente da 20 anni (Colorfoto)
I corsi di guida in condizioni pericolose vengono svolti gratuitamente da 20 anni (Colorfoto)

L’asfalto bagnato e l’auto che sbanda. Cosa fare? In molti reagiscono d’istinto senza sapere davvero come manovrare il volante per restare in carreggiata. Molti vanno a sbattere con conseguenze più o meno gravi. A volte drammatiche. Eppure c’è chi trova il tempo e il modo di insegnarlo a una cinquantina di studenti ogni anno. È Sergio Maistrello dell’autoscuola Ready2Go di Vicenza, affiliata all’Aci. Si tratta di corsi gratuiti per tutti gli studenti che conseguono la patente nella sua autoscuola. Ne organizza circa tre ogni anno da vent’anni e questo significa che ci sono almeno 1.000 vicentini hanno ricevuto gratuitamente i rudimenti su quello che c’è da fare in condizioni di guida non agevoli.

L’ultimo corso in ordine di tempo è andato in scena qualche giorno fa, sull’asfalto bagnato di strada Padana verso Padova dove la concessionaria Ceccato ha messo a disposizione il piazzale dove creare il campo scuola. «Partecipano i ragazzi e le ragazze che sono più sensibili all’argomento - rivela Maistrello -. Noi chiamiamo tutti ma, anche se sembra assurdo, mi pare di poter dire che i ragazzi di oggi sono restii a imparare qualcosa in più. L’impressione è che abbiano proprio poco interesse. Una volta che hanno preso la patente, pensano di essere a posto e che non serva altro. La nostra autoscuola fa circa 300 patenti ogni anno e da qualche tempo facciamo fatica a riempire gli spazi dedicati alla guida sicura. Per esempio, di recente abbiamo avuto la possibilità di fare dei corsi sulla pista dell’Aci di Lainate. Avevamo 30 posti assegnati e siamo riusciti a portare solo 15 studenti. Parliamo sempre di possibilità offerte gratuitamente ai nostri studenti».

Gli esercizi proposti sono diversi: «Ci sono quelli di slalom - prosegue Maistrello -. Facciamo prove di frenata sul bagnato con appositi teli per vedere come si comporta il veicolo sull’asfalto viscido e abbiamo anche la possibilità di creare una skid-car, sollevando le due ruote posteriori con un carrello che ha le ruote pivottanti. Su un piccolo percorso si deve riuscire a raddrizzare l’auto che perde aderenza e sovrasterza, controsterzando. Credo che sia importante che qualcuno si possa trovare in una condizione del genere sapendo già cosa fare, non affidandosi solo al caso o all’esperienza». 

Maistrello lavora in scuola guida da oltre 40 anni e ha assistito a numerosi cambi generazionali: «La percezione dei ragazzi su quanto sia importante conoscere i comportamenti della macchina, per esempio una frenata sul bagnato che fa scattare l’Abs, è diminuita rispetto al passato», conferma precisando però che i giovani automobilisti hanno anche qualche vantaggio rispetto a chi li ha preceduti: «Gli allievi di oggi, rispetto a quelli di 40 anni fa, sulla questione delle cinture di sicurezza partono avvantaggiati dall’obbligo. Non è stato facilissimo abituarli da subito ma ora, fin dalla prima guida, sanno che allacciare le cinture è un’operazione che va fatta». Alcuni “problemini” connessi alle cinture restano: «Ora la questione è quella di far capire quanto siano importanti le cinture di sicurezza posteriori. Mostriamo una serie di filmati sulle conseguenze degli impatti sui passeggeri posteriori non allacciati, non solo per la loro incolumità ma perché possono anche gravare su chi sta seduto davanti pur protetto dalle cinture. Mentre chi si trova alla guida è concentrato e può essere relativamente pronto all’impatto, chi non guida spesso è distratto e non è pronto a subire l’urto, con conseguenze peggiori di chi sta al volante».

La parte più difficile dell’insegnamento è diventata quella sugli incroci con semaforo: «Non ce ne sono quasi più ed è davvero complicato spiegare ai ragazzi come affrontarli - sottolinea l’istruttore -. Non è meno difficile far capire quali siano i comportamenti da tenere in rotatoria. Ecco: la comparsa delle rotonde è forse l’aspetto che è cambiato di più in questi anni, perché quando ho iniziato ce n’erano poche e con la precedenza interna mentre ora sono ovunque». Infine, è cambiato pure il modo di vivere la scuola guida: «Le motivazioni possono essere tante, ma ora ci sono persone che restano iscritte anche per 3 anni. Sembra quasi che la patente non interessi più anche se è fondamentale anche per avere un’indipendenza», conclude. 

 

Karl Zilliken

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