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Al liceo Lioy

Tornano in classe con il loro docente dopo cinquant’anni

Francesco Pontarin, storico professore di italiano e latino ha tenuto una lezione sui Promessi Sposi. Immancabile la foto di rito, tra emozione e nostalgia
Le foto della classe prima e dopo, a distanza di 50 anni FOTO MADRON
Le foto della classe prima e dopo, a distanza di 50 anni FOTO MADRON
Le foto della classe prima e dopo, a distanza di 50 anni FOTO MADRON
Le foto della classe prima e dopo, a distanza di 50 anni FOTO MADRON

Cinquant’anni dopo tornano sui banchi di scuola. Non è il solito incubo di chi si sveglia di notte convinto di dover rifare l’esame di maturità, ma un sogno che si è avverato per una quarantina di ex studenti della sezione A diplomati al liceo scientifico Lioy nel 1972 e nel 1977. Erano gli anni della contestazione, delle foto di classe in bianco e nero, della rivalità divenuta proverbiale con il vicino liceo Pigafetta.

Ricordi lontani

Rispolverati nelle cene di classe e nelle chat su WhatsApp dove improvvisamente qualcuno ha lanciato la proposta. «E se ci riunissimo con il nostro professore di lettere?» L’insegnante è nientemeno che Francesco Pontarin, storico docente di italiano e latino del Lioy che, grazie ai suoi intraprendenti ex allievi con i quali è sempre rimasto in contatto, a ottant’anni ha accettato l’invito ed è tornato in cattedra a spiegare i Promessi Sposi. 

La reunion

Organizzare la reunion ha richiesto il contributo di diversi “compagni di classe”, spiega Marco Vicariotto della 5A uscita nel 1972, regista della singolare iniziativa. «Dino Sgarabotto - dice - ha chiesto a Pontarin una lezione di letteratura, Enrica Volpi ha contattato la dirigente Rossana Eberle, che si è resa disponibile ad ospitare la rimpatriata in un’aula del liceo che il prossimo anno celebrerà il centenario dalla fondazione». Per desiderio del professor Pontarin, il salto indietro nel tempo è stato esteso anche ai diplomati del 1977 i quali si sono seduti sui banchi ad ascoltare la compagna Luisa Milan leggere ad alta voce cinque tra i brani più suggestivi del romanzo di Manzoni, da “Quel ramo del lago di Como” a “Cecilia”, da “Addio monti” a “I brutti sogni di don Rodrigo” fino al capitolo finale in cui si celebra il matrimonio tra i due promessi. Il testimone è passato quindi a Pontarin che nella sua lezione ha proposto alcuni parallelismi tra le realtà sociali di ieri e di oggi, mettendo a confronto la figura di Renzo Tramaglino con quella del moderno imprenditore che decide di investire tutte le sue sostanze nell’acquisto dei telai della sua nuova fabbrica.

Non sono mancati momenti musicali

Li ha proposti il violinista Fabio Missaggia. «Molti di noi dopo il diploma non avevano più messo piede a scuola, ci siamo stupiti nel vedere che alla fine l’istituto è rimasto quello di allora» aggiunge Vicariotto, precisando che «alla lezione ha partecipato anche Galileo Arcaro, alunno dell’attuale 5A, che simbolicamente rappresenta la continuità della scuola. A lui è stato affidato scherzosamente il compito di riproporre la stessa riunione tra cinquant’anni». Emozione al momento delle foto di rito, insieme ad un po’ di rimpianto per una stagione spensierata della vita che rivivrà all’interno di un sito dove verranno pubblicate informazioni, foto e documenti che ripercorrono il secolo di vita del primo scientifico cittadino. 

 

Anna Madron

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