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Vicenza

Fondi "spariti" per ex Fiera, Rocchetta e Villaggio giuliano

L’ex Fiera al Giardino Salvi: per il momento sul progetto non è previsto un finanziamento immediato
L’ex Fiera al Giardino Salvi: per il momento sul progetto non è previsto un finanziamento immediato
L’ex Fiera al Giardino Salvi: per il momento sul progetto non è previsto un finanziamento immediato
L’ex Fiera al Giardino Salvi: per il momento sul progetto non è previsto un finanziamento immediato

A tutti gli effetti è una doccia fredda. A palazzo Trissino, però, la temperatura è considerata tiepida. Non perché ci sia una maggiore resistenza ai pochi gradi «ma - fanno sapere - perché quel bando riceverà nuovi fondi nei prossimi mesi». Calda o gelida che sia, la notizia pubblicata nei giorni scorsi sul sito del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, e che fa seguito al decreto firmato da Enrico Giovannini, non è comunque positiva, perché certifica che, per il momento, il Comune di Vicenza è escluso dai finanziamenti del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua). Ciò significa che l’ex caserma della Rocchetta, lo stabile di via Bonollo, l’ex cinema Arlecchino, l’ex Giusti, Villaggio giuliano ma anche l’ex macello e San Pietro (già esclusi in partenza) per ora non riceveranno contributi. Il che vuol dire: addio, o a questo punto meglio dire arrivederci, a quasi 45 milioni di euro, previsti anche nel piano triennale delle opere pubbliche. 

La “scomparsa” risale al 7 settembre, quando il ministro Enrico Giovannini firma il decreto e il Mims pubblica la (nuova) nota stampa. «Assegnati 2,8 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Pinqua», si legge. E ancora: «Approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città metropolitane per un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro». Numeri chiari, numeri precisi, numeri che, però, non tornano. Perché riprendendo in mano la nota stampa diffusa sempre dal ministero ma a fine luglio si legge quanto segue: «Sono 271 le proposte ammesse al finanziamento Pinqua. Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni) si aggiungono i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Pnrr». Ed è qui che sta il problema. Quei 400 milioni (che in realtà sono 477) non sono in aggiunta come diceva inizialmente il ministero. «Il programma - si legge, infatti, nel decreto - è inserito nel Pnrr per un importo complessivo di 2,8 miliardi, di cui 477 milioni di euro di risorse nazionali». “Di cui” e non “in aggiunta”, come conferma la tabella allegata alla gazzetta ufficiale del 21 settembre 2021.

 

L'ex caserma della Rocchetta
L'ex caserma della Rocchetta

 

Una modifica mica da poco, perché, lo ammette lo stesso ministero, riduce significativamente le proposte ammesse a finanziamento immediato: da 271 a 159. Più di cento sono escluse. E tra queste, definite come “ammissibili con riserva” (vale a dire che sono ammesse ma non finanziate per insufficienza di fondi), si trovano due delle tre operazioni presentate dal Comune di Vicenza. Sono la riqualificazione del Villaggio giuliano di Campedello con il recupero del vicino polo scolastico (14,5 milioni) e il recupero degli immobili nell’area che va dal Giardino Salvi fino a contra’ Mure della Rocchetta (Ex Fiera, ex cinema Arlecchino, ex Giusti, loggia Longhena, l’erp in via Bonollo e l’ex caserma della Rocchetta: per un totale di altri 15 milioni). I soldi a luglio c’erano, i soldi (a contributo) sono stati previsti nel piano triennale delle opere pubbliche, ma i soldi adesso non ci sono più. Sono spariti. Perché le proposte si sono classificate al 206esimo e al 214esimo posto. Non solo. Per il terzo progetto, ex macello e complesso residenziale di San Pietro (15 milioni), si parla addirittura di proposta che non è stata ritenuta ammissibile al finanziamento dall’Alta commissione. 

 

Villaggio giuliano a Campedello
Villaggio giuliano a Campedello

 

Se non è una doccia fredda, appunto, poco ci manca. Anche se dalle parti di palazzo Trissino non sembrano esserci più di tante preoccupazioni, visto che, viene ribadito, il programma riceverà successivamente nuovi finanziamenti. Lo stesso articolo 2 del decreto, in effetti, precisa che «le proposte presentate e ritenute ammissibili dall’Alta commissione, per le quali la dotazione finanziaria non è attualmente sufficiente potranno essere ammesse a finanziamento in base all’eventuale scorrimento della graduatoria a seguito della attribuzione di ulteriori risorse destinate al programma». 

L’addio ai fondi potrebbe in parte trasformarsi in un arrivederci. Dovendo gli interventi concludersi entro il 31 marzo del 2026, il ministero ha dato 30 giorni di tempo ai Comuni che si trovano nell’elenco dei progetti finanziati per fornire il cronoprogramma, i dati del numero delle unità abitative e l’esplicita conferma della volontà di accedere al finanziamento. Lo stesso ha detto di fare anche ai Comuni con progetti non finanziati (vedi Vicenza) perché «in caso non pervenga la conferma di accettazione del finanziamento entro 30 giorni (7 novembre), si provvederà allo scorrimento della graduatoria». 

Nicola Negrin

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