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Vicenza

Ex manager bancario stupra sua moglie e le impone l’amante

Per anni avrebbe maltrattato la moglie, con umiliazioni continue, insulti, botte e minacce, e l’avrebbe costretta al sesso, contro la sua volontà. Se la sarebbe presa anche con la figlia, la quale, rientrata a vivere in casa con i genitori dopo anni passati all’università fuori regione, si era resa conto di come veniva trattata sua mamma, e cercava di difenderla. Da ultimo avrebbe imposto che nella sua stessa palazzina, in un appartamento di proprietà, venisse ad abitare la sua amante con la di lei figlia, passando più tempo (e più notti) con loro che con i suoi congiunti. È quanto ipotizza la procura, che con il pubblico ministero Parisi ha indagato per maltrattamenti in famiglia e per violenza sessuale aggravata M. B., 63 anni, dirigente bancario in pensione, residente in centro città (le iniziali sono a tutela della moglie, altrimenti riconoscibile, presunta vittima di violenza sessuale).
I fatti contestati riguarderebbero un lungo arco temporale, che va dal 2015 fino all’inizio di quest’anno, quando la moglie, 56 anni, su pressione della figlia, 25, prima ha chiesto la separazione e poi - non ottenendo la casa coniugale - si è trasferita a vivere nell’hinterland della città con un corposo assegno di mantenimento. Nel frattempo aveva sporto denuncia in caserma, raccontando ai carabinieri quanto era stata costretta a subire da parte del marito.
In base a quanto ricostruito, B. M. era l’unico che portava a casa uno stipendio e avrebbe fatto pesare enormemente la circostanza alla coniuge, etichettata abitualmente come “mantenuta” e accusata di essere una poco di buono. Quando era andato in pensione, M. B. se la sarebbe presa costantemente con lei, apostrofandola con epiteti pesanti, minacciandola che l’avrebbe lasciata su una strada, senza un euro, che l’avrebbe portata a battere il marciapiede, che l’avrebbe abbandonata in Africa dove nessuno l’avrebbe più ritrovata. In più di un’occasione, poi, avrebbe alzato le mani, percuotendola in occasione di qualcuno dei tanti litigi avvenuti in famiglia. In un’occasione, ma durante una vacanza in Sardegna, avrebbe colpito a sberle e calci e la moglie, che era stata costretta a ricorrere alle cure mediche ed era guarita in una settimana. 
Nell’ultimo anno di convivenza, visto il suo atteggiamento prepotente e vessatorio, lei non aveva più voluto avere rapporti sessuali con il marito; ma lui l’avrebbe costretta con la forza, in almeno due occasioni. Nel luglio 2019 era tornata a vivere a Vicenza la figlia, e l’indagato avrebbe alzato le mani e la voce anche con lei, quando interveniva a difesa della madre. Sarebbe successo in particolare quando si era resa conto che nell’appartamento, fino a quel momento vuoto, si era trasferita una vicentina di 47 anni con la figlia di 19. E quella donna altri non era che l’amante di suo padre, che non avrebbe nascosto per nulla la circostanza.
Dopo la denuncia, M. B. si era subito difeso, spiegando che si trattava di una ripicca della ex, che cercava da lui solamente quattrini. Ora dovrà convincere il magistrato. 

 

Diego Neri

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