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Vicenza

Ex Cotorossi
Sigilli a un'area
di Borgo Berga

L’area “E” del progetto dell’ex Cotorossi, alla confluenza dei due fiumi, che ieri è stata sequestrata dal Corpo Forestale. COLORFOTO
L’area “E” del progetto dell’ex Cotorossi, alla confluenza dei due fiumi, che ieri è stata sequestrata dal Corpo Forestale. COLORFOTO
L’area “E” del progetto dell’ex Cotorossi, alla confluenza dei due fiumi, che ieri è stata sequestrata dal Corpo Forestale. COLORFOTO
L’area “E” del progetto dell’ex Cotorossi, alla confluenza dei due fiumi, che ieri è stata sequestrata dal Corpo Forestale. COLORFOTO

Diego Neri

Colpo di scena nell’inchiesta sull’ex Cotorossi. Ieri il corpo Forestale ha sequestrato un’area di 8 mila metri quadrati, a sud del tribunale di Borgo Berga. Sono sigilli preventivi, ordinati dal giudice Massimo Gerace su richiesta del procuratore Antonino Cappelleri. È l’area “E” del piano urbanistico, su cui il Piruea aveva previsto la costruzione di 11 edifici, ma sul quale a oggi non ci sono lavori. La ratio del provvedimento va ricercata nel fatto che per gli inquirenti quel Piruea è illegittimo, perchè manca un adeguato studio idrogeologico. E, in base alla consulenza disposta dalla procura e redatta dall’architetto Federico Verderi, costruire alla confluenza di Retrone e Bacchiglione potrebbe peggiorare la situazione idrogeologica.

L’INCHIESTA. Nel maggio scorso, la procura fece perquisire gli uffici e l’abitazione di Antonio Bortoli, 62 anni, direttore generale del Comune di Vicenza, ipotizzando che nella variante al Piruea del 2003, approvata nel 2009 e sottoscritta dall’allora dirigente dell’Urbanistica, vi fossero dei “favori illeciti” al privato, la società Sviluppo Cotorossi, per oltre 11 milioni di euro. Il fascicolo d’indagine è lo stesso, e Bortoli resta l’unico indagato - al momento - per abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva.

IL SEQUESTRO. Ieri gli agenti del commissario capo Luca Stella, che da un anno e mezzo lavorano su quel Piruea (dopo sono arrivati anche gli esposti) si sono recati nella sede di Sviluppo Cotorossi ed hanno sequestrato l’area.

L’ACCUSA. Il sospetto degli inquirenti è che quel Piruea sia illegittimo. E lo sarebbero quindi anche il nuovo tribunale (uno spicchio di palazzo di giustizia, che sorge a meno di 10 metri dal fiume, sarebbe teoricamente da abbattere) e gli altri edifici già realizzati. Questi immobili però coprono la stessa area che fu dello stabilimento industriale. «Nuove costruzioni potrebbero compromettere l’equilibrio idrogeologico dell’area», ha detto il procuratore. Che contesta l’assenza (ancora nel Piruea 2003, non sanata dalla variante) di un doveroso studio sulla questione, vista la delicatezza dell’area. A onor del vero un esame c’era, ma non soddisfacente (e non protocollato): «Manca un congruo e approfondito studio di compatibilità idraulica - scrive il giudice nel provvedimento -. Deve ritenersi che l’impermeabilizzazione del suolo per realizzare nuove costruzioni farebbe sorgere un rischio assai maggiore di una possibile esondazione a valle della zona». E ancora: «Era omessa ogni approfondita valutazione delle condizioni interne delle aree di nuova urbanizzazione». Quindi vanno sequestrate, per evitare altro cemento.

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