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Vicenza, ok dalla prefettura

Estetisti e parrucchieri, sì all'uscita dai Comuni ma solo tra territori confinanti

L'importanza dei confini non è mai stata tanto chiara quanto durante questa pandemia. Lo sanno bene parrucchieri, estetisti e artigiani dei servizi alla persona veneti che, in zona arancione, hanno ricevuto un secco "no" alla possibilità di ricevere clienti da fuori comune. Un "niet" arrivato dalla Regione nelle sue risposte alle domande più frequenti. E invece si apre uno spiraglio per chi lavora in terra berica, a differenza di chi opera nelle altre province.

È necessario però prestare molta attenzione alle tre parole chiave che stanno alla base dell'interpretazione della prefettura vicentina: "ragionevole contiguità territoriale". La premessa fatta dalla prefettura è che non si tratta di un'interpretazione autentica, possibile solo da parte del governo. Il dpcm recita che sono vietati i movimenti al di fuori dai confini comunali con le eccezioni di lavoro, salute e necessità. In più, però, c'è la formula che consente di varcare i confini per fruire di servizi che sono consentiti ma che non sono presenti nel territorio del comune. Davanti a quest'ultima frase c'è un'interpretazione più restrittiva (quella della Regione) ma anche una più estensiva, sposata per prima dalla prefettura di Milano ancora in riferimento al dpcm di novembre e alla zona rossa. Pur essendoci nel proprio comune un servizio affine analogo, lo spostamento fuori comune poteva essere giustificato per questioni di qualità e ragioni economiche non solo per la spesa alimentare ma anche per i servizi alla persona.

Attenzione, però: il rapporto fiduciario non costituisce un valido motivo per spostarsi. L'unico criterio da seguire è quello della ragionevole contiguità territoriale, che restringe le possibilità di "fuga" nei comuni confinanti, in ragione di qualità e vantaggio economico. Un'interpretazione fatta propria da contra' Gazzolle che, però, non è una sentenza definitiva, perché quella la emetteranno eventualmente le forze dell'ordine preposte al controllo. Se, poi, il governo chiarisse nelle sue faq che uscire dal comune è vietato per i servizi alla persona, la prefettura si allineerebbe.

«Finalmente si fa chiarezza», commentano Renata Scanagatta e Valeria Ferron, presidenti delle categorie Acconciatori e Estetica di Confartigianato Imprese Vicenza. «Un chiarimento importante e che viene dal riferimento unico nel territorio per l'interpretazione della legge nazionale e che ribadisce il parere già espresso, richiesto e acquisito da Confartigianato per evitare informazioni errate. Le nostre attività non possono continuare a pagare lo scotto di interpretazioni poco chiare di norme restrittive che generano confusione». «Al momento non sono state esplicitate posizioni formali da parte della prefettura e degli organi territoriali di governo, quindi si parla di accordi verbali - spiega il direttore generale di Cna Veneto ovest, Alessandro Leone -. Pur sapendo che si tratta di un'indicazione, auspichiamo che la cosa avvenga perché permetterebbe di garantire l'attività degli imprenditori artigiani alla luce del sole». 

 

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Karl Zilliken

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