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Vicenza

Effetto pandemia: la movida va in crisi, anche le disco al buio. Nuovo blitz in centro

I controlli delle forze dell'ordine in centro a Vicenza (COLORFOTO)
I controlli delle forze dell'ordine in centro a Vicenza (COLORFOTO)
I controlli delle forze dell'ordine in centro a Vicenza (COLORFOTO)
I controlli delle forze dell'ordine in centro a Vicenza (COLORFOTO)

Un lunghissimo lunedì. Poca gente in giro, pochi clienti ai tavoli, poca voglia di convivialità. O meglio, la voglia ci sarebbe, ma la preoccupazione frena. E così, in questo gennaio mai così in stand-by, la sensazione è proprio quella di vivere un interminabile lunedì, ovvero il giorno in cui, anche normalmente, il centro storico appare vuoto e silenzioso. Ma il deserto all'ora dell'aperitivo è una condizione che accomuna un po' tutti i luoghi tradizionali della movida cittadina, anche al di fuori delle mura. Quel "lockdown mascherato" lamentato da ristoratori ed esercenti già dalle festività natalizie e che, secondo Fabio Facchini, presidente provinciale del Silb, l'associazione che raggruppa le sale da ballo, non si scioglierà almeno fino a fine febbraio. «L'aumento dei contagi ha indubbiamente fermato l'uscita delle persone nei luoghi pubblici, alla sera si sta notando un po' dappertutto, tiene forse solo il pranzo, inteso come pause, ma anche lì c'è stata una diminuzione», osserva Facchini. Tavolate dimezzate, se non di più, durante il giorno; peggio, molto peggio, in orario serale, tanto che per molti titolari di locali da aperitivo-dopocena, la scelta è ricaduta sulla chiusura per tutto il mese.

È il caso, in particolare, di discoteche e simili, che dovendo fermarsi con l'attività di ballo e spettacolo fino al 31 gennaio - come da decreto di Natale - si sono trovati praticamente costretti a chiudere anche il servizio ristorante e bar. «Chi poteva sospendere la licenza da ballo per operare temporaneamente come discobar, alla fine non lo ha fatto e ha chiuso - spiega Facchini -. In un momento come questo, in cui gli stessi ristoranti stanno facendo fatica ad andare avanti, per chi come noi gestisce strutture molto grandi e comunque ha sempre fatto un prodotto diverso, non sarebbe stato insostenibile tenere aperto». Da Villa Bonin, che ha abbassato le serrande dopo l'Epifania, al Nordest di Caldogno, le luci rimarranno spente ancora per una settimana, quantomeno. Il 31 gennaio scade il decreto del governo per cui, dal primo febbraio, anche le sale da ballo dovrebbero poter riprendere a lavorare. Il condizionale è d'obbligo, «vogliamo essere fiduciosi, anche perché se ci obbligassero ad un'ulteriore proroga nella chiusura non ci sarebbero davvero motivazioni valide», avverte Facchini.

A febbraio guardano con speranza anche gli esercenti del centro, alle prese con un fuggi fuggi di clientela solo in parte preventivato: «C'è tanta gente bloccata in casa perché positiva o perché a contatto con malati, ma è già da prima di Natale che per il nostro settore è cominciato un periodo strano», sottolinea Sonia Scussolin, titolare di "Ciocco Lato" e coordinatrice dei baristi per Ascom. «La situazione non è facile ma è il momento di tenere duro, proprio perché crediamo che già da febbraio andrà meglio, noi siamo pronti, abbiamo anche intenzione di riproporre eventi e iniziative per animare il centro storico, come fatto lo scorso anno», anticipa Scussolin. Tanto più che, ricorda la commerciante, «ormai quasi tutti i locali si sono dotati di un plateatico e perciò sarà più facile ripartire in sicurezza». Plateatici che, anche per il 2022, saranno a prezzo calmierato, dopo il via libera della giunta allo sconto del 50 per cento sul canone unico patrimoniale.Sempre in tema fiscale, c'è attesa per l'assegnazione dei ristori previsti per i comparti messi in crisi da pandemia e restrizioni, discoteche in primis. «Purtroppo parliamo di cifre irrisorie - scuote la testa Facchini -: 20, 30 milioni di euro che, divisi per le duemila discoteche italiane, diventano appena 8-10 mila euro a testa, briciole».

Locali che sono costantemente anche sotto la lente di ingrandimento delle forze dell'ordine. Nel corso dell'ultimo comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura è stato concordato di intensificare i controlli non solo nelle "zone calde" per quanto riguarda lo spaccio di droga e la microcriminalità, ma anche negli esercizi pubblici sia durante la settimana sia in occasione della movida. In questo caso l'obiettivo è quello di verificare il rispetto delle normative anti-Covid, in primis il possesso della certificazione verde da parte degli avventori. Ecco perché, anche nella serata di ieri, le forze dell'ordine si sono presentate ancora una volta in contra' Pescherie Vecchie e in contra' Cabianca. 

Giulia Armeni

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