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Il vademecum

È allerta pedofilia sul web. «I genitori devono controllare»

Il mestiere del genitore è sempre stato difficile, ma le nuove tecnologie hanno complicato il lavoro. Uno dei rischi più temuti e difficili da prevenire è che i giovani navigatori della rete si imbattano in tentativi di adescamento. In occasione della giornata mondiale contro pedofilia e pedopornografia, il Comune ha diffuso un vademecum elaborato da polizia di Stato e Save the children per supportare le famiglie. Solo lo scorso anno la polizia postale e delle comunicazioni di Vicenza ha avviato 35 indagini.
Le indicazioni non sono rivolte alle potenziali vittime, bensì a chi dovrebbe sorvegliarle, i loro genitori. Spesso non hanno gli strumenti per agire ma nemmeno per prevenire. Anzi: c’è una sezione dedicata a chi tende a condividere con facilità le immagini dei propri pargoli online, magari in pose intime e private. Tra la serie di domande che la polizia di Stato e Save the children invitano a farsi ce n’è una in particolare: «Cosa penserà della foto pubblicata vostro figlio tra dieci anni?». Forse la risposta a questa domanda basterebbe per scoraggiare molti genitori. Un’altra indicazione utile è di verificare che il “luogo virtuale” dove si sta per pubblicare una foto sia sicuro e non ci sia il rischio che l’immagine venga utilizzata per altri scopi. 
Ci sono indicazioni per genitori di neonati: non esporre agli smartphone i bimbi fino ai 2 anni, non far loro utilizzare i dispositivi più di un’ora al giorno fino ai 5 anni e mai prima di andare a dormire o ai pasti. Più i bambini crescono, più aumentano i rischi: condividere sempre password e pin; scegliere assieme le app da scaricare e definire tempi massimi di utilizzo. Per chi, poi, è alla soglia dei 14 anni (età minima per accedere ai social senza consenso dei genitori), la parola d’ordine è “condivisione”, accordarsi su quali ambienti social frequentare e costruire assieme i primi profili. In caso di adescamento, poi, mantenere la calma; non colpevolizzare la vittima e non stupirsi se nega tutto: può avere molti motivi per farlo. Mai cancellare dagli smartphone foto e chat che potrebbero essere utili agli inquirenti e non prendere il posto di proprio figlio nelle chat ma Passare subito alla denuncia. 
«L’odioso reato di pedofilia e pedopornografia si diffonde soprattutto in rete, con conseguenze pesantissime sulla salute e sul futuro dei bambini - spiega l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto - È importante che i genitori e la comunità siano vigili nel prevenire e attenti nel raccogliere i segnali di disagio». «Il web è un mondo virtuale utile e imprescindibile - commenta il questore di Vicenza, Paolo Sartori - Tuttavia bisogna sempre avere un occhio critico, soprattutto quando si parla dell’approccio dei minori alla rete. Uno degli aspetti da monitorare è l’accesso dei più giovani ai siti web. Bisogna che questi accessi siano controllati per evitare che possano essere adescati o che vengano invitati a interagire in situazioni illegali e compromissorie».

 

Karl Zilliken

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