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Vicenza

Eccidio dei Martiri
Dai manifesti via
la parola nazisti

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Un momento della cerimonia dell'eccidio
Un momento della cerimonia dell'eccidio
Un momento della cerimonia dell'eccidio
Un momento della cerimonia dell'eccidio

VICENZA. I manifesti con cui il Comune ha ricordato l'eccidio dei "Dieci martiri", avvenuto nel 1944, diventano terreno di scontro. Al centro delle polemiche il testo scelto dall'amministrazione per convocare la città all'iniziativa che si è svolta ieri mattina con la deposizione delle corone d'alloro al monumento di viale Dieci martiri. Per la prima volta, nei manifesti è comparsa la dizione: «eccidio compiuto dalle truppe di occupazione» e non «i nazifascisti fucilavano per rappresaglia».

Non solo: scorrendo tra le righe, i valori «della Costituzione» sostituiscono quelli «della Resistenza», delle versioni precedenti. Una svista? Tutt’altro, fa capire il vicesindaco Matteo Tosetto, presente alla cerimonia con la fascia tricolore: nel nuovo testo «abbiamo agito in ottica di memoria condivisa. Il Comune è una istituzione e in quanto tale deve rappresentare tutti e parlare con un linguaggio conseguente, che non alimenti divisioni ma crei condivisione».

 

Di tutt'altro avviso è l'Anpi: «Ce ne siamo accorti tardi - rivela il presidente della sezione vicentina dell’Associazione nazionale dei partigiani d'Italia, Danilo Andriollo -, ma i cambi apportati mi sono sfuggiti anche perché con l’amministrazione eravamo d’accordo di mantenere il testo dello scorso anno. Nessuno ci aveva avvisati delle modifiche». Andriollo parla di «scorrettezza» e rincara la dose: «Introdurre queste modiche in un momento in cui il sindaco riceve Forza Nuova e il MIs e il presidente del consiglio comunale incontra Casa Pound, rappresenta un tentativo di revisionismo storico». 

Laura Pilastro

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