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Politica

È la giornata dei referendum, al voto oltre 650 mila vicentini

Seggi aperti oggi dalle 7 alle 23 per un voto referendario che interessa potenzialmente 656.510 mila vicentini, 81.173 mila nel capoluogo. Eppure è stato preceduto da mesi di calma piatta, una campagna referendaria mai decollata, un dibattito tenuto sempre sottotraccia. Qualche sussulto c’è stato negli ultimi giorni, ma bisognerà capire se sarà sufficiente per centrare il difficile obiettivo del quorum. E lo si capirà stasera. Ad urne chiuse. Già, perché in agenda ci sono appunto i cinque referendum sulla giustizia.
L’ultimo referendum di questo tipo, cioè abrogativo, è stato nel 2016 e aveva a che fare con le trivelle. Stavolta invece si parla, appunto, di giustizia. L’argomento è complesso, ma centrale nell’architettura di un Paese. E che la giustizia sia malata è una diagnosi condivisa da tutti o quasi. È però sulla modalità della cura che le opinioni divergono. Per chi i referendum li ha promossi, ovvero Radicali e Lega, cui si aggiungono Forza Italia, Italia Viva, Azione e Più Europa, questa consultazione rappresenta un’iniezione in grado di dare benefici. Per altri, i Cinque Stelle, trattasi sì di un’iniezione, ma letale. Per il Pd non è questa la medicina giusta e non è nemmeno un pannicello caldo. C’è la riforma Cartabia e basta e avanza. Anche se in verità la linea ufficiale non è condivisa da tutti i dem. Mentre Fratelli d’Italia benedice tre dei cinque quesiti. Indipendentemente dal giudizio di merito di ciascuno, chi vota no vota per mantenere le cose così come sono ora, chi vota sì vota per modificarle.
Ma quali sono queste modifiche? Con la scheda rossa si chiede di cancellare la legge Severino che vieta ai condannati di candidarsi. La parte più controversa di questa legge è quella che impone agli amministratori locali la sospensione dopo la sentenza di primo grado. Con la scheda gialla si punta ad annullare per i magistrati la possibilità di passare più volte dal ruolo di giudici a quello di pubblici ministeri e viceversa. La scheda verde è invece quella che nelle intenzioni vorrebbe eliminare il potere delle correnti e chiede di eliminare l’obbligo della raccolta firme per i magistrati che si vogliono candidare al Csm. Il quesito sulla scheda arancione vuole evitare l’abuso delle misure cautelari e per farlo viene proposto di eliminare il pericolo di reiterazione del reato, tranne che per i reati compiuti con l’uso di armi o legati alla criminalità organizzata, dai criteri sulla base dei quali chiedere le misure cautelari, lasciando invece il pericolo di fuga e quello di inquinamento delle prove. La scheda grigia punta invece a limitare l’autoreferenzialità facendo sì che nella valutazione dei magistrati vengano coinvolti anche gli avvocati ed i professori universitari. Questi, in sintesi, sono gli argomenti in discussione.
Per esprimere il voto serve la tessera elettorale e va presentato un documento d’identità: per documento d’identità si intende un qualsiasi documento rilasciato da un ufficio pubblico, purché munito di foto, ad esempio la patente, il tesserino di un ordine professionale, il passaporto. Si può votare anche con una carta d'identità scaduta o con la ricevuta della carta d'identità elettronica, se si è in attesa della tesserina. In ogni caso, gli elettori che non sono in possesso di nessun documento, nemmeno scaduto, potranno chiedere il rilascio della carta d’identità all’ufficio anagrafe di piazza Biade che oggi sarà aperto dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Per il rilascio delle tessere elettorali invece l’ufficio elettorale, sempre in piazza Biade, sarà operativo per tutta la durata di apertura dei seggi.
L’uso della mascherina non è obbligatorio ma altamente consigliato.  

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Roberta Labruna

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