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L'incidente in Pakistan

Dramma in quota
Bellò e compagni
rientrano in Italia

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Bellò e i compagni dopo l'incidente a quota 5.800 (AP Photo/B.K. Bangash/Seattle Times)
Bellò e i compagni dopo l'incidente a quota 5.800 (AP Photo/B.K. Bangash/Seattle Times)
Bellò e i compagni dopo l'incidente a quota 5.800 (AP Photo/B.K. Bangash/Seattle Times)
Bellò e i compagni dopo l'incidente a quota 5.800 (AP Photo/B.K. Bangash/Seattle Times)

«Ciao, il rientro in Italia di tutto il gruppo è confermato per domenica». Poche parole scritte dall'alpinista Tarcisio Bellò sulla sua pagina Facebook prima della partenza dal Pakistan, quattro giorno dopo il dramma sfiorato a quota 5.800 nell'area dell'Hindu Kush. E subito sul social sono partiti gli auguri e i saluti ai quattro veneti.

Bellò rientrerà a casa insieme ai compagni vicentini Luca Morellato e Tino Toldo e al trevigiano David Bergamin, travolti da una valanga durante la spedizione in Pakistan, nella valle di Ishkoman, nel distretto di Ghizer.

 

Il vicentino è l'unico dei sette alpinisti della spedizione ad avere riportato ferite: la frattura ad una caviglia, una lussazione alla spalla e altre lesioni comunque non gravi. È invece purtroppo deceduto lo sherpa Imtyiaz.​ Recuperati in quota con gli elicotteri dell'aviazione militare pachistana, all'indomani dall'incidente, gli alpinisti veneti sono poi stati trasportati all'ospedale militare Cmh di Gilgit per le cure. 

 

Le famiglie attendono Bellò, Morellato, Toldo e Bergamin all'aeroporto di Venezia domenica alle 14.

 

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