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Vicenza

Dopo Pizziol, cresce l’attesa per il successore. Si guarda a Treviso e Belluno

Giuliano Brugnotto è il vicario generale della diocesi trevigiana, Renato Marangoni è l’attuale vescovo di quella bellunese. Ma spunta l’ipotesi del teologo Andrea Toniolo

Sarà un vescovo già consacrato, oppure un prelato che deve ancora fare il “passaggio”? Arriverà da una delle diocesi del Triveneto, oppure da più lontano? Di sicuro il prossimo vescovo di Vicenza, la cui nomina è attesa nei prossimi giorni, si troverà la strada spianata, se così si può dire, in quanto l’attuale vescovo, mons. Beniamino Pizziol, ha già impostato e avviato il nuovo anno pastorale della diocesi vicentina.

Le dimissioni

Pizziol ha compiuto 75 anni il 15 giugno e secondo quanto prescrive il diritto canonico ha rassegnato le dimissioni; anzi, la lettera formale è giunta al nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Emil Paul Tscherrig, qualche mese prima, con l’auspicio - da parte di Pizziol - che la scelta del successore da parte di papa Francesco potesse essere abbastanza celere. In realtà così non è stato, e siamo già nella seconda parte dell’anno. Ma questo ha qualcosa a che fare con l’individuazione del nuovo vescovo di Vicenza?
In parte sì. C’è infatti una differenza, in termini di tempo, tra un vescovo già consacrato, che quindi può prendere possesso della diocesi relativamente in fretta, e un vescovo ancora da consacrare tale, perché la procedura in questo caso è più lunga. Il fatto che di solito si cerca di chiudere la “pratica” entro l’anno solare, e che siamo già a metà settembre, può costituire un indizio?

La terna dei candidati

Bisognerebbe vedere quali siano i nomi della “terna” individuata dal nunzio Tscherrig e presentata al papa. La prassi infatti richiede che venga fatta una sorta di indagine per capire quali siano le figure più adatte a sostituire il vescovo dimissionario. La scrematura porta a tre nomi, sottoposti al papa per la scelta finale.
La terna vicentina è protetta dal riserbo, o almeno dovrebbe esserlo, perché inevitabilmente circolano voci e ipotesi. Una di queste dà in “rampa di lancio” mons. Renato Marangoni, attuale vescovo di Belluno-Feltre. Originario di Crespano del Grappa, classe 1958, è stato ordinato sacerdote della diocesi di Padova nel 1983; dottore in teologia, ha ricoperto vari incarichi diocesani e nel 2012 è stato segretario del convegno ecclesiale del Triveneto ad Aquileia. Nominato vescovo nel 2016, ha iniziato il ministero il 24 aprile di quell’anno; tra le sue iniziative spicca la riorganizzazione della diocesi, avviata non senza qualche resistenza.

Le ipotesi

Secondo chi dà credito all’ipotesi Marangoni, si starebbe solo aspettando che siano concluse le celebrazioni per la beatificazione di papa Luciani per rendere nota la nomina; il vantaggio in questo caso, come si diceva, è quello di avere un vescovo già consacrato, diversamente da un’altra ipotesi, secondo cui il papa potrebbe scegliere il trevigiano mons. Giuliano Brugnotto, classe 1963, nato a Carbonera. Sacerdote dal 1990, dottore in diritto canonico, già direttore dell’ufficio liturgico diocesano, nel 2018 è stato nominato rettore del Seminario di Treviso, dov’era anche docente. Adesso è vicario generale della diocesi, praticamente il vice-vescovo, ed è anche docente alla Facoltà teologica del Triveneto, a Padova, dov’è preside il teologo don Andrea Toniolo. È il suo il terzo dei nomi che dovrebbero comporre la famosa terna: originario di Galzignano Terme (Padova), classe 1964, è stato ordinato sacerdote nel 1989. Ha studiato, oltre che alla Gregoriana di Roma dove ha conseguito il dottorato in teologia, anche a Tubinga, Parigi, Chicago, in Asia; studioso molto apprezzato, è autore di numerose pubblicazioni.

Un vescovo da fuori?

Le tre ipotesi danno per scontato che la scelta ricada comunque nel Triveneto. Ma non è detto sia così: il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, è mantovano; il nuovo vescovo di Verona, Domenico Pompili (farà l’ingresso ufficiale il 1° ottobre), romano, arriva da Rieti. Se il papa guarderà oltre i confini triveneti, potrebbe scegliere Fabio Dal Cin, classe 1965, che è nato a Vittorio Veneto, ma è arcivescovo di Loreto dal 2017. E non è detto che papa Francesco si faccia condizionare dalla terna, quale che sia: com’è noto, non si fa certo riguardo a sparigliare le carte.

Gianmaria Pitton

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