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La tradizione

Distanziati ma eleganti, le regole per salvare pranzo e cenone

di Alessia Zorzan

In un anno in cui niente è andato come ci si sarebbe potuti aspettare, Natale non farà eccezione, ormai è chiaro. Ma non tutto è perduto. Sono due le sfide di questo 25 dicembre ridotto ai minimi termini, almeno nel numero di visite e commensali. In primis, evitare situazioni di rischio adottando comportamenti corretti in ottica anti-Covid, poi riuscire a mantenere vivo lo spirito delle feste. O, in altre parole, «dare dignità alla giornata e alle tradizioni, anche se il momento non è semplice», come sottolinea Serena Serblin, delegata Fai ed esperta in relazioni pubbliche e organizzazione eventi.

 

 

 

Grandi tavolate sono escluse dal dpcm, anche se è consentito ospitare fino a due adulti (eventualmente accompagnati da figli con meno di 14 anni e persone con disabilità). Visto che si tratta comunque di non conviventi, meglio essere cauti. Le indicazioni sono ormai note: mascherina a portata di mano, distanziamento a tavola e negli spazi comuni, areazione dei locali, niente baci, abbracci e contatti, niente buffet o stoviglie condivise; in bagno asciugamani per gli ospiti. Niente canti. Ma oltre a queste buone prassi, ce ne sono altre che possono invece contribuire ad allietare la giornata e a rendere comunque il giorno speciale. Ad esempio curare i dettagli. Una tavola con posti più distanziati non significa necessariamente una tavola poco curata.

«Anche se non ci saranno ospiti vale la pena investire un po' di tempo nella preparazione - sottolinea Serblin - vale a dire, ad esempio, scegliere una tovaglia elegante e le stoviglie più belle, prevedendo almeno due bicchieri, uno per l'acqua e uno per il vino, oltre, se possibile la flute per lo spumante», ma senza far toccare i bicchieri al momento del brindisi. Anche la disposizione dei posti è regolata dal bon ton. «Il padrone di casa avrà alla sua destra la persona più importante, che può essere la nonna, la mamma, una zia, o un'amica di famiglia. A destra della padrona di casa siederà invece l'ospite uomo, il nonno, lo zio, il fratello, o un amico se più anziano». Da evitare anche tute o pigiami. «Va data importanza alla giornata anche nella cura di sé, presentandosi in ordine, magari con una giacca o un abito. È un segno di rispetto reciproco e nei confronti della ricorrenza. È comunque Natale e non deve diventare tutto uno stress negativo. Il Covid ci punisce, ma il Natale resta un'occasione di riavvicinamento per le famiglie e se non può essere un riavvicinamento fisico, lo sia almeno nel pensiero». Da qui un altro consiglio: «Non dimenticare di essere gentili con le persone con cui si hanno contatti durante l'anno, come collaboratori, dipendenti, vicini. Un messaggio, un bigliettino sono importanti per far sentire la propria presenza». Lo stesso vale per amici e parenti che non siederanno a tavola. «Facciamo sentire comunque parte della festa anche chi è lontano, una telefonata o uno scritto possono significare molto». E al momento dello scambio dei regali niente abbracci ma «ricordarsi ugualmente di ringraziare, un dono è sempre un pensiero che ci è stato rivolto», conclude Serblin.

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