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Distacchi di retina, record di interventi al San Bortolo. «Colpa del caldo»

Grande lavoro per i chirurghi chiamati a operare per i distacchi della retina (Foto Archivio)
Grande lavoro per i chirurghi chiamati a operare per i distacchi della retina (Foto Archivio)
Grande lavoro per i chirurghi chiamati a operare per i distacchi della retina (Foto Archivio)
Grande lavoro per i chirurghi chiamati a operare per i distacchi della retina (Foto Archivio)

Una marea di distacchi di retina. Pazienti che affluiscono da tutta la provincia e devono essere operati in tempo reale. La scorsa settimana 11. Due giorni fa 6. Ieri altrettanti. Tra loro una giovane vicentina di 25 anni al terzo trimestre di gravidanza, un anziano di 72 anni anche lui residente in città colpito da emorragia, una miope di 43 operata anni fa a Chioggia per un primo distacco, due cinquantenni di Arzignano trattati in precedenza con il laser. È dagli inizi di luglio che al San Bortolo si va avanti con questi ritmi sostenuti. Per gli oculisti dell’ospedale diretti da Roberto Cian, uno specialista di spessore nazionale che finora nella sua carriera ha eseguito oltre 14 mila di questi interventi, è lavoro a tempo pieno. È stata tutta l’équipe, in questa torrida estate, a operare. In particolare, nelle sale operatorie, si sono alternati Pietro Viola, Umberto Mazzo, Enrico Neri. 

«I distacchi di retina sono la patologia più frequente d’estate soprattutto a luglio e agosto - spiega il primario - ma quest’anno ne stiamo vedendo molti più di sempre. Le cause? Fa caldo, ci si muove di più, si viaggia, si suda, si lavora molto fuori casa, si beve poco, il corpo vitreo si disidrata più facilmente, la componente solida esercita una trazione maggiore sulla retina, e se la pressione si fa estremamente marcata o incontra punti di debolezza può provocare delle rotture fino a scollare la retina. Per dare l’idea è come se l’etichetta di carta adesiva si staccasse dal dorso della bottiglia». 

È il gel che dà tonicità e forma all’occhio a perdere la propria delicata struttura, a sciogliersi. Si spezza l’equilibrio fra la parte fibrosa e quella acquea e, nel giro di qualche ora o di qualche giorno, le due componenti possono separarsi. È una eventualità, ma quando accade la retina si stacca dalla parte interna dell’occhio. A dare l’allarme una serie di sintomi. Compaiono mosche volanti, puntini neri, un sipario che si allunga. Si avverte come un’esplosione di lampi di luce. Sono tutte spie pericolose. Significa che la retina sta subendo uno strappo. A questo punto non c’è tempo da perdere, bisogna correre in ospedale per un controllo immediato del fondo oculare. La ragione è semplice. Se l’intervento da parte del chirurgo oculista è il più tempestivo possibile, quasi sempre si guarisce, se ne esce, e si ritorna perfettamente come prima. 
Ma se, invece, si sottovalutano i sintomi, si attende troppo, e si arriva tardi a un controllo, si rischia di andare incontro a una rapida riduzione della capacità visiva, e il deficit sarà tanto più pesante quanto maggiore sarà il tempo in cui la retina rimarrà staccata. A dover stare molto attenti sono coloro che hanno già subìto un distacco in un occhio o ne hanno visti in famiglia, e poi i miopi oltre le sei diottrie. 

«Le percentuali di successo sono molto alte. Superano il 90 per cento», dice il dottor Cian. Si opera con il vitrectomo per rimuovere il corpo vitreo. Un intervento può durare da una a 4 ore. Oppure, se, prima del distacco, c’è una diagnosi precisa, la lacerazione potrà essere saldata con un laser termico che in due settimane chiuderà la rottura del tessuto evitando il successivo distacco della retina.

È un’estate, dunque, per l’oculistica del San Bortolo, caratterizzata dai distacchi di retina, anche se questa patologia può verificarsi in ogni stagione a causa di traumi contusivi rilevanti o dopo un’operazione di cataratta. Non c’è però solo questa emergenza. È gran lavoro anche per infortuni che purtroppo non mancano mai. Solo nella giornata di ieri si sono dovute affrontare, una dopo l’altra, una serie di urgenze. Un noto chef rischia di perdere un occhio perché uno strumento flessibile che stava maneggiando gli si è conficcato nella pupilla. È stato operato subito dopo il ricovero per cercare di scongiurare quello che sarebbe l’esito più drammatico. E, poi, interventi più o meno complessi e medicazioni a non finire per decine di persone con traumi, lesioni, lacerazioni agli occhi a seguito di cadute e incidenti all’aria aperta, per strada, soprattutto in bicicletta e in moto, nelle gite fuori porta, nel giardino di casa, o mentre si è impegnati nella coltivazione dell’orto. Inoltre, consulenze fornite ad altri ospedali veneti.

 

Franco Pepe

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