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Cultura

Da lunedì cinema e teatri a pieno regime. «Su i sipari sulla rinascita»

Le sale dei teatri e dei cinema aspettano finalmente il ritorno al 100 per cento della capienza (Foto Ceccon)
Le sale dei teatri e dei cinema aspettano finalmente il ritorno al 100 per cento della capienza (Foto Ceccon)
Le sale dei teatri e dei cinema aspettano finalmente il ritorno al 100 per cento della capienza (Foto Ceccon)
Le sale dei teatri e dei cinema aspettano finalmente il ritorno al 100 per cento della capienza (Foto Ceccon)

Sarebbe scontato iniziare scrivendo che “si spengono le luci e si torna in scena”. Sarebbe anche scorretto, perché i palcoscenici sono già popolati da qualche tempo. Però da lunedì, dopo la decisione del governo di dare il via libera alla capienza del 100 per cento anche per i teatri, tornerà a essere protagonista davvero il pubblico che potrà ricominciare a far tremare dall’emozione chi si troverà sul proscenio con fragorosi applausi o altrettanto intense disapprovazioni.

«Ci aspettavamo di arrivare al 75 per cento e invece siamo passati direttamente al 100 - il commento di Pier Giacomo Cirella, segretario generale della Fondazione teatro comunale di Vicenza - potremo annunciare il 26 la nuova stagione a teatro pieno. Ci auguriamo che questo trend positivissimo prosegua e sia una decisione definitiva. A parte il 26 di aprile, quando abbiamo aperto esaurendo i posti in 10 minuti, abbiamo sempre registrato una presenza ai limiti della capienza consentita. Siamo stati tempestati di telefonate per l’annuncio della stagione. Eravamo oberati dal ciclo classici che ci porta via tante energie ma aspettavamo il giorno esatto. Ci hanno già telefonato in tanti per l’apertura al 100 per cento: dal 27 potranno riempire tutto il teatro, riprendendo l’abbonamento e soprattutto utilizzando l’eventuale voucher che risale a un anno e mezzo fa. Ora la biglietteria è aperta e arrivano un sacco di spettatori a chiedere lumi, ma si tratta “solo” dei biglietti per la mostra che aprirà a dicembre. Il pubblico non vede l’ora di tornare e riappropriarsi del teatro. Considerato che il nostro fiore all’occhiello è la danza, uno degli spettacoli che proporremo farà grande clamore. Dico solo che è “Anna Karenina” in danza. Sarà una cosa straordinaria che, in Italia, sarà solo da noi».

Piergiorgio Piccoli, che guida Theama teatro, una delle realtà provinciali più importanti, è felice: «Per quanto riguarda l’attività di ospitalità teatrale, a livello personale l’apertura era fondamentale perché, pur avendo organizzato iniziative in teatri con una capienza importante che hanno dei costi di gestione onerosi, nella gestione di un teatro come la nostra sede storica, lo Spazio Bixio che ha 100 posti, non c’è la possibilità di vivere se non al 100 per cento. Dopo due anni di chiusura e una stagione e mezza saltata, ripartiremo a gennaio. Con le restrizioni, il nostro Spazio sarebbe rimasto chiuso. Ora possiamo ricominciare a realizzare degli eventi, ovviamente piccoli, all’interno del nostro spazio. Terremo delle piccole cautele per quanto riguarda l’ingresso del pubblico e qualche spazio vuoto. Ci sembra doveroso per avvicinare quel pubblico ancora un po’ timoroso. Faremo anche più spettacoli di uno stesso titolo per accontentare più persone, ma lo facciamo molto volentieri perché l’alternativa era lo spauracchio della chiusura. Un teatro come il nostro non si mantiene con i soli biglietti. Servono investimenti, difficili da fare se non c’è una riapertura all’orizzonte».

«Per me, per tutti noi, è finalmente una ventata di soddisfazione e di speranza - conclude l’assessore alla cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto - credo che il mondo della cultura si meritasse da tempo questa fiducia. Dopo tutto quello che abbiamo passato, è il vero momento di investire nella cultura, di non dare più per scontato questo mondo straordinario e cosi importante. Noi ci adeguiamo fin da lunedì alle capienze massime ora consentite, anche per gli spettacoli classici. Del resto, erano tutti sold out da tempo, e questo consentirà, come è nella logica e nel fine ultimo della cultura, di raggiungere ancora più pubblico». 

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