<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'inchiesta

Da fuori provincia per i finti vaccini: oltre 200 pazienti nel sistema truffaldino

Il medico di base Daniela Grillone Tecioiu e il nefrologo Erich Goepel Volker
Il medico di base Daniela Grillone Tecioiu e il nefrologo Erich Goepel Volker
Il medico di base Daniela Grillone Tecioiu e il nefrologo Erich Goepel Volker
Il medico di base Daniela Grillone Tecioiu e il nefrologo Erich Goepel Volker

Fra il migliaio di persone che la dottoressa Daniela Grillone Tecioiu, 57 anni, con studio in città in via Sella e residenza a Creazzo, dove è da qualche giorno agli arresti domiciliari con il compagno Andrea Giacoppo, 57 anni, commercialista, ha simulato di vaccinare buttando via la fiala ma facendo loro ottenere il green pass, più di 200 arrivano da fuori provincia; diversi da fuori regione. Com’è possibile?

Pazienti esterni Detto che si tratta finora di sospetti degli inquirenti, la lista dei pazienti del medico di base esperta di ozonoterapia è oggetto di riflessione anche da parte dell’Ulss. Perché il quadro che emerge dall’inchiesta del pubblico ministero Pipeschi e della squadra mobile è allarmante anche da questo punto di vista. Grillone, che è accusata di corruzione, peculato e falso, sarebbe diventata un punto di riferimento per una fetta della galassia no-vax che intendeva raggirare la norma; cioè ottenere illegalmente il passaporto verde, e poter così circolare e andare al lavoro o al ristorante, senza però sottoporsi, se non documentalmente, al siero. Ma, sulla carta, un medico di Vicenza non può avere fra i suoi pazienti un residente ad Assisi, o in Liguria. Grillone era riuscita a farlo, e lo aveva spiegato al dottor Goepel in una lunga chiacchierata intercettata.

Le modalità L’indagata proponeva al paziente di fuori provincia di prendere domicilio a Vicenza: era lei ad occuparsi di tutto, che significava inserire nel suo database che la persona viveva ad un certo indirizzo, in città, che spesso era quello di sua mamma, per ragioni di lavoro, studio, ricongiungimento famigliare. Non c’era nulla di vero, ma così lo inseriva fra i suoi pazienti; lo invitava a (non) sottoporsi al siero e il gioco era fatto. Solo lei avrebbe gestito 200 persone in questa maniera, un sistema che Goepel ritenne geniale, e in grado di dare una risposta agli amici trentini che avevano le medesime necessità. Si capisce che in questa maniera le Ulss 7 e 8 sono diventate anelli deboli di una catena non solo di protezione, ma anche di gestione dei pazienti e del loro numero, che costituisce da tempo - per la carenza di medici di base - un problema annoso per il Servizio sanitario nazionale. 

Le protezioni Grillone, però, non è parsa ai detective del vicequestore Ortensi una sprovveduta, anzi. Aveva adottato, in base alla ricostruzione, diverse modalità per proteggersi da controlli che giorno dopo giorno parevano essere sempre più imminenti; anche perché, se è vero che l’indagine è stata avviata a fine novembre, è altrettanto vero che le prime anomalie erano state segnalate ancora a fine settembre, e cioè la lista infinita di persone davanti allo studio. In primo luogo l’indagata aveva contattato una società per chiedere di farsi bonificare l’ambulatorio, temendo vi fossero microspie. Poi sceglieva i pazienti, accogliendoli per le false vaccinazioni solo se “referenziati”: o li conosceva, o glieli mandava qualcuno di fidato. Per ragazzi e bambini, poi, si accordava con i genitori affinché non parlassero, e praticava loro l’ozonoterapia come se si trattasse del siero. Ancora, ma questo è solo un sospetto, vi sarebbe stato fra i pazienti anche qualche appartenente alle forze dell’ordine che poteva metterla in guardia. Ma le voci circolavano, e «corrispondevano drammaticamente» (scrive il giudice Mantovani nell’ordinanza di custodia) al vero. 

Altri indagati Finora, la procura ha iscritto sul registro degli indagati, con ipotesi diverse, altre 14 persone. Fra di loro il dentista vicentino Alfredo Marino, 57 anni, della città, che si sarebbe sottoposto falsamente al vaccino; e poi anche, con un ruolo marginale, due segretarie del suo studio, Nadia Belluzzo, 51 anni, di Montecchio Maggiore, e Isabella Monti, 57, di Bassano. Sono in corso verifiche mirate da parte dei poliziotti su tutti coloro che avrebbero ottenuto il siero dai due medici di base; chi ha finto, o peggio ha pagato, sarà iscritto sul registro degli indagati e rischia una stangata, perché i reati ipotizzati sono molto gravi.

Interrogatori I tre arrestati - che sono difesi dagli avv. Nando Cogolato, Vasco Porzia e Massimo Malipiero - saranno interrogati lunedì dal giudice e potranno difendersi dalle accuse. Intanto l’Ulss 8 ha comunicato che i pazienti di Grillone saranno seguiti dal dottor Daniele Zeggio, con studio in via Boito 82. 

Diego Neri

Suggerimenti