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Vicenza

Covid, un morto al San Bortolo. Non era immunizzato

Accelerata di contagi per la variante Delta anche nel Vicentino
Accelerata di contagi per la variante Delta anche nel Vicentino
Accelerata di contagi per la variante Delta anche nel Vicentino
Accelerata di contagi per la variante Delta anche nel Vicentino

La variante Delta accelera ancora. Il ceppo più contagioso che si sia mai visto dall’inizio della pandemia spinge in alto la curva dei contagi. E all'osperdale San Bortolo c’è un altro morto per Covid. È un pensionato di 65 anni che viveva a Vicenza e che in precedenza non aveva sofferto di particolari patologie croniche. Non era vaccinato. Anzi era l’unico della sua famiglia che non aveva voluto vaccinarsi contro un virus che si sarebbe rivelato fatale.

Poi l’infezione subito apparsa violenta, e il ricovero una settimana fa in ospedale dove è stato sottoposto a una massiccia dose di terapia semi-intensiva nel reparto di malattie infettive. Le sue condizioni sono, però, andate peggiorando, e allora, dopo 5 giorni, il trasferimento in rianimazione. L’uomo è stato intubato, ma ogni tentativo per salvarlo è risultato vano. Le gravi complicazioni innescate dal Covid ne hanno fiaccato la resistenza. Non si è più ripreso. Mercoledì sera, purtroppo, la fine. L’anziano è spirato senza aver mai ripreso conoscenza.

È un’altra croce che viene ad allungare la lunga fila delle oltre 1.000 vittime di Covid al San Bortolo in una provincia che da marzo del 2020, fra ospedali e case di riposo, ne piange 2.124. Era da maggio che non si doveva riprendere in mano il lugubre bollettino dei decessi. E questo nuovo lutto rappresenta anche un monito da non ignorare in una fase controversa, quanto mai avvolta da incognite e timori in cui, mentre a Roma si discute sul certificato verde per entrare nei locali pubblici e dell’obbligo giuridico vaccinale per il personale scolastico, in Italia, dappertutto, l’avanzata inarrestabile della variante Delta appare ogni giorno di più una minaccia incombente soprattutto per chi ha scelto la strada del no a un vaccino che, invece, è dimostrato, offre adeguata resistenza anche al ceppo mutato importato dall’India.

 

Sale anche il numero dei vicentini attualmente sotto attacco da parte del virus subdolo che continua a mutare per cercare di aggirare in un assedio infinito la barriera del vaccino. Sono 1.047. Dinanzi ai quasi 71 mila contagiati dall’inizio della tempesta virale sembrano pochi, ma c’è paura per una improvvisa inversione di rotta che fa registrare un’ottantina di nuovi casi ogni 24 ore.  E sale pure la platea delle persone in quarantena. Nell’Ulss Berica ieri si è superata la soglia dei 300 isolamenti, fra clausura stretta e auto-sorveglianza. E resta alta l’attenzione al San Bortolo che, comunque, finora, non ha subito alcuna conseguenza dalla ripresa dei contagi. C’è solo un paziente ricoverato in malattie infettive, ma non dovrebbe correre pericoli. 

«È probabile - dice il primario Vinicio Manfrin - che nei prossimi giorni avremo qualche ricoverato in più ma non dovremmo andare sott’acqua, non dovrebbe esserci un’ondata cattiva come le prime tre, anche se fa riflettere il fatto che un anno fa a luglio eravamo a zero contagi. A dicembre, non dimentichiamolo, avevamo 500 positivi al giorno, oggi restiamo sempre nell’ordine delle poche decine. Certo ci salva la diga innalzata dai vaccinati. Se non ci fossero loro tornerebbe l’emergenza ancora prima di quanto avvenuto nel 2020».

 

F.P.

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