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Vicenza

Corsa al parco della Pace ma il Covid frena i lavori

All'interno del parco della Pace l'intervento è ostacolato dalla pandemia che ha contagiato numerosi lavoratori
All'interno del parco della Pace l'intervento è ostacolato dalla pandemia che ha contagiato numerosi lavoratori
All'interno del parco della Pace l'intervento è ostacolato dalla pandemia che ha contagiato numerosi lavoratori
All'interno del parco della Pace l'intervento è ostacolato dalla pandemia che ha contagiato numerosi lavoratori

Il 2022 sarà l’anno del parco della Pace. Il 2022 dovrebbe essere l’anno del parco della Pace. Metterci un condizionale appare più che mai d’obbligo visto che il nuovo anno, l’anno che porterà a consegnare alla città quella grande area verde nata sulle ceneri dell’ex aeroporto Dal Molin, non si è aperto nel migliore dei modi. Prima il costo - schizzato in alto - delle materie prime e ora la nuova ondata della pandemia che ha messo in ginocchio le ditte che sono al lavoro per realizzare la grande opera. Risultato: i cancelli del cantiere sono aperti ma all’interno regna il deserto, o quasi. Ci sono numerosi animali, di vario tipo, che scorrazzano da una parte all’altra dell’area verde, tuttavia non ci sono molti operai. Non tanto perché siano in ferie - come è capitato in questi giorni con il cantiere infinito della bretella dell’Albera - ma poiché il Covid ha toccato numerosi lavoratori, costringendo le ditte a rimandare la ripresa dei lavori a data da destinarsi. Una scelta necessaria ma allo stesso tempo complicata, poiché rischia di far slittare la consegna dei lavori fissata per l’ultimo giorno di giugno 2022.

Nei calendari appesi a palazzo Trissino, infatti, c’è una data: 30 giugno 2022. Entro quel giorno l’intervento di trasformazione dell’ex aeroporto in parco dovrà essere terminato. A conti fatti mancano poco più di cinque mesi. Sono 150 giorni, vero, ma è pur sempre un tempo breve se si considera che l’operazione al momento appare lontana dall’essere conclusa. Da poco sono iniziati i lavori per la realizzazione della strada di uscita di emergenza per la base americana Del Din (come si vede dalle foto è stata eseguita la bonifica bellica), da giorni prosegue - con i pochi operai al lavoro - il posizionamento delle alberature, mentre ancora mancano da realizzare le pavimentazioni, i giochi (nella zona centrale) e le migliorie proposte dalla ditta che si è aggiudicata i lavori (ad esempio la rete di telecamere). Se poi si vuole aggiungere carne al fuoco ecco ancora l’illuminazione ma anche l’hangar per la protezione civile e le aree sportive; interventi che in realtà non hanno come scadenza il 30 giugno 2022 ma saranno portati a termine nei mesi successivi. 

Per completare l’elenco delle cose da fare in realtà ci sarebbe un altro elemento, non da poco: il piano di gestione. Ancora oggi non è chiaro come e chi aprirà e chiuderà i cancelli di quella grande area da 650 mila metri quadrati.

Nicola Negrin

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