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La variante nel Vicentino

Contagiato da Omicron: solo sintomi leggeri. Ma si cercano i contatti

Il filtro per chi rientra dai Paesi a rischio si fa allo scalo; poi la segnalazione dei nomi all’Ulss
Il filtro per chi rientra dai Paesi a rischio si fa allo scalo; poi la segnalazione dei nomi all’Ulss
Il filtro per chi rientra dai Paesi a rischio si fa allo scalo; poi la segnalazione dei nomi all’Ulss
Il filtro per chi rientra dai Paesi a rischio si fa allo scalo; poi la segnalazione dei nomi all’Ulss

Sta bene il vicentino di 41 anni risultato positivo alla variante Omicron di ritorno giovedì dal Sudafrica con la moglie e due figli. È a casa, e anche i leggeri sintomi accusati nelle ultime ore stanno scomparendo. A preservarlo da complicazioni che potevano essere pesanti è stata certamente la vaccinazione. Il professionista aveva fatto le due dosi ed è partito per il suo viaggio di lavoro con il green pass a posto. È lui, dopo il caso del dirigente d’azienda di Caserta rientrato dal Mozambico, il secondo paziente italiano colpito dal Covid con una sequenza genomica riconducibile al nuovo ceppo scoperto il 12 novembre in Sudafrica e Botswana.

L’individuazione in poche ore della variante B.1.1.529 sequenziata dal laboratorio dell’Istituto zooprofilattico di Legnaro è anche la conferma dell’efficienza del sistema di controllo con cui si opera nel Veneto. Il primo tampone, eseguito dall’uomo in aeroporto, appena sceso dall’aereo che lo ha riportato in patria, secondo il protocollo disposto in ambito nazionale per i viaggiatori in arrivo dai Paesi a rischio, aveva dato esito negativo. Intanto, però, il Ministero della salute ha segnalato a Venezia, agli uffici regionali, i nominativi delle persone provenienti dalle aree pericolose, l’Ulss 8 è stata messa in preallerta, e il secondo test effettuato dagli operatori dell’Azienda Berica ha fatto emergere la presenza della temuta variante che sta spaventando il vecchio continente per il presunto alto grado di trasmissibilità.

Il vicentino aveva avvertito un leggero malessere, il tampone ha dimostrato la positività, e Mario Rassu, il primario di microbiologia del San Bortolo, quando ha visto che il campione apparteneva a un vicentino che era stato in Sudafrica, ha fatto scattare l’allarme. In poche ore il materiale genetico è giunto a Legnaro dove i tecnici, utilizzando una procedura molto rapida che consente il sequenziamento di una parte del genoma, hanno accertato che le caratteristiche erano le stesse riscontrate nei primi casi visti in Sudafrica, e che, quindi, si trattava della variante che si distingue per le 32 mutazioni a carico della proteina Spike. 
In meno di 24 ore è stata identificata l’Omicron atterrata nel Veneto, e venerdì sera Rassu ha saputo che il sospetto si era rivelato esatto. Era il secondo caso registrato nella penisola a distanza di 11 giorni da quello sequenziato dall’istituto Sacco di Milano. Nel contempo è iniziato il lavoro di sequenziamento anche dei campioni estratti alla moglie e a uno dei figli, pure loro positivi al tampone, paucisintomatici, e vaccinati con le due dosi.

Questa volta, grazie al sistema di controllo viaggiatori che ha funzionato alla perfezione e che questa settimana ha smistato anche in altre province segnalazioni di viaggiatori reduci da zone a rischio ma risultati negativi, la variante del Sars-Cov2, che nelle ultime ore ha causato un record di contagi in Gran Bretagna, è stata intercettata in anticipo prima che si diffondesse nel territorio. E si è così evitato che entrasse in circolazione.Il Sisp dell’Ulss Berica si è messo in azione in tempo reale per tracciare i movimenti del professionista una volta sbarcato in Italia e individuare, con il contact tracing, i contatti ravvicinati, le persone incontrate, per allargare eventualmente il raggio della quarantena in questo momento limitata alla famiglia del vicentino. 

Ora Rassu, che guida una delle microbiologie più attrezzate e avanzate del Veneto e che da quasi due anni, assieme alla sua squadra di specialisti e biologi, porta avanti un lavoro massacrante oggi di 3 mila test al giorno da analizzare, manderà di nuovo il tampone della ancora indecifrabile variante sudafricana allo Zooprofilattico di Legnaro per un esperimento che potrebbe svelare il tasso di contagiosità del nuovo virus mutato e soprattutto la sua capacità di perforare la barriera vaccinale. Si faranno prove in vitro con gli anticorpi neutralizzanti per capire cosa potrebbe accadere e mettere al riparo da sorprese.  Il professionista e i suoi familiari sono sotto controllo. «Anche se – dice Rassu – l’arrivo di questa variante non è una buona notizia». 

 

Franco Pepe

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