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Il personaggio

L'uomo che alleva i pappagalli conquista l'olimpo del circo

Il vicentino di 45 anni è un affermato artista a livello mondiale: una passione coltivata fin da piccolo
Il vicentino Alessio Focesato, 45 anni, è un affermato artista a livello mondiale: una passione coltivata fin da piccolo
Il vicentino Alessio Focesato, 45 anni, è un affermato artista a livello mondiale: una passione coltivata fin da piccolo
Il vicentino Alessio Focesato, 45 anni, è un affermato artista a livello mondiale: una passione coltivata fin da piccolo
Il vicentino Alessio Focesato, 45 anni, è un affermato artista a livello mondiale: una passione coltivata fin da piccolo

Dalla Vicenza priva di tradizione circense arriva uno dei tre vincitori del Festival internazionale del circo di Montecarlo. A raggiungere l'ambito traguardo, seppur da dietro le quinte, è Alessio Fochesato, 45 anni, mentre a concorrere in pista è stata la sua allieva nonché moglie, Elisa Cussadie-Triberti, 35enne padovana di Tombolo. Insieme hanno suggellato la nuova coppia del firmamento circense internazionale, incoronati martedì scorso con il "Clown di bronzo" (terzo posto) nel più prestigioso festival circense del mondo. Tutto questo grazie ai loro pappagalli, tra questi l'anziana "Kiwi", un'ara militare di 24 anni, che fanno da volano a una fantastica storia di passione, dedizione e creatività, all'insegna dell'amore.

Figlia d'arte

Il premio destinato a Elisa, è stato però condiviso con il suo maestro e marito. Fochesato è un figlio di quel mondo contadino vicentino e di una scuola d'arte e mestieri che l'ha portato a diplomarsi elettricista. Elisa, invece, è figlia d'arte, con nonna francese e papà discendente della storica famiglia del circo Triberti. Ma che ci fa allora un "elettricista" al circo? «Quello per cui si sente d'essere nato - risponde -, grazie al rapporto, o meglio empatia, che sento di avere fin da bambino con gli animali. In mezzo, tutta l'esperienza che ho assorbito nella casa dove sono nato: la storica azienda agricola dei Fochesato di Ponte Alto. È qui che ho maturato il rapporto con gli animali, che per tutti i membri della mia famiglia hanno sempre rappresentato qualcosa di più del mero rapporto di allevamento». Ma non allevate pappagalli? «La passione è nata da bambino osservando il pappagallo imbalsamato in casa di zio Giampietro, lo stesso che poi mi regalò il primo dei colorati volatili che poi entreranno nella mia vita».

La passione per gli animali

C'è poi il rapporto con il creativo nonno materno Paolo, che per la cresima gli regalò "Thelma", il pony con cui Alessio inizierà a esibirsi nell'aia di casa, davanti ad amici e parenti. È così che papà Giuseppe si convincerà del talento del figlio. Folgorante è il primo spettacolo che Alessio vede a 14 anni a Gardaland: «In quel momento compresi che sarebbe stato quello il mio mestiere. Una maturazione direi, di qualcosa che avevo già dentro, iniziato in casa prima con dei piccoli numeri, e poi nelle festicciole di paese o manifestazioni di beneficenza. Allora mi dicevano: "Sono bravi animali i tuoi. Mentre sapevo di essere io quello bravo con gli animali».

Nel frattempo, prima gli studi di agraria interrotti a Lonigo, poi al San Gaetano di Vicenza, gli permettono di sviluppare parallelamente la sua crescita artistica. Fino quando arrivò a Vicenza il Circo Acquatico: «Il mio desiderio era quello di lavorare con i leoni marini. Così quattro giorni più tardi - 18 anni appena -, ero già della loro carovana, con tre colombi, il mio pony e due pappagalli». È un'esperienza breve, mentre il suo pensiero fisso resta quello di avere un numero e una carovana tutta sua. Ritornato a Vicenza si presta a svariati mestieri, con i fine settimana liberi per esibirsi nel circo Triberti. Qui incontrerà una giovanissima contorsionista: «Una bionda ragazzina, che non immaginavo sarebbe diventata un giorno mia moglie».

Il debutto in tv

Diviene un artista di successo anche nel piccolo schermo grazie alla trasmissione della Rai "Buona Domenica". Lo nota Romina Orfei che lo chiamerà nel suo circo, offrendogli il primo suo contratto d'artista: «Dal 1999 al 2004 ero definitivamente col circo, con la benedizione di mamma Lucia Callegari, attrice vicentina di teatro, e le perplessità di papà Giuseppe che mi avrebbe invece voluto a casa». Poi arriva la possibilità di acquistare il suo primo carro-voliera, dove tenere quei pappagalli che erano triplicati, diventando protagonisti unici dei suoi spettacoli. Alessio ed Elisa, che nel frattempo avevano preso strade diverse, alla fine si incontrano di nuovo. «Furono due coniglietti che stavano male, la mia fortuna. Questo favorì il fatale incontro quando eravamo ormai cresciuti entrambi. Con coraggio a 22 anni lei e 34 io, iniziammo la convivenza e due anni dopo ci sposammo. Elisa però dovette rinunciare alla sua carriera, per assecondare i miei contratti che mi tenevano impegnato nei palchi di mezzo mondo. Avevo la necessità di un'assistente, così iniziai a insegnarle a lavorare con i pappagalli, fino a far nascere lo spettacolo "Opera" con musiche di Mozart e 50 pappagalli in pista, il più grande spettacolo del genere al mondo».

Un "matrimonio artistico"

Arrivano i riconoscimenti internazionali e nel 2008 la prima partecipazione al Festival del circo di Montecarlo. Alessio è ormai un maestro blasonato e ricercato: «Passai alcuni anni lavorando con l'intramontabile Moira Orfei, rendendomi conto che ormai i pappagalli erano antropomorfizzati. I numeri erano quelli della bici, i pattini, mentre percepivo che eravamo alla fine di un'epoca e dovevo cambiare». L'invito gli giungerà dal direttore artistico del circo elvetico Knie, che Alessio definisce «il più bel circo al mondo». Un cambio di vedute e paradigmi: «La naturalezza degli animali piaceva al pubblico, a me e a Elisa. Era fatta...». Nel 2015 eccoli per la seconda a Montecarlo, invitati dalla stessa principessa Stephanie di Monaco: «Non vincemmo, ma fu il pubblico a premiarci».

Il circo, spettacolo intergenerazionale

Oggi al rientro dalle tournée a Vicenza, ritorna nel suo mondo d'infanzia, dove nessuno però lo riconosce per strada o gli fa i complimenti: «I vicentini sono così, difficile che apprezzino uno che lavora con i pappagalli, si esibisce nel resto del mondo e ha una scuola con 14 allievi». Con il terzo premio c'è però la consacrazione ufficiale. «Merito principalmente di mia moglie Elisa - spiega Alessio -, ma il fatto d'essere stato chiamato in pista al momento della premiazione è stato come arrivare in vetta all'Everest. Non solo, a chi mi dice che il circo è morto voglio ricordare che su 11 artisti premiati a Montecarlo, ben 5 sono veneti con tre argenti e due bronzi. Se il Covid ha messo in crisi molti spettacoli, il post-Covid è un'esplosione d'interesse per gli spettacoli per famiglie col circo che si conferma di essere uno spettacolo intergenerazionale senza eguali». Come vede il suo futuro? «Magico, come i miei animali e mia moglie. Felice, perché la felicità è ciò che fai di quello che ti capita, e oggi ci permettiamo di farlo anche capitare. Stimolante, visto che il circo è espressione di vita». 

Antonio Gregolin

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