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Covid e scuola

Cinquanta classi in Dad nel Vicentino dopo appena due giorni. I più colpiti sono gli asili

Per gli alunni ritorno in classe con la mascherina anti Covid (foto archivio)
Per gli alunni ritorno in classe con la mascherina anti Covid (foto archivio)
Per gli alunni ritorno in classe con la mascherina anti Covid (foto archivio)
Per gli alunni ritorno in classe con la mascherina anti Covid (foto archivio)

Scuole, una polveriera annunciata. I timori della vigilia si stanno rivelando giustificati. Solo due giorni di apertura ma già 50 istituti visitati dal virus nel Vicentino. Venti sono nel territorio dell’Ulss 8: la maggior parte, 10, nella fascia fino a 6 anni in cui i bambini sono per lo più privi di copertura vaccinale e per i quali, secondo le nuove regole, scatta immediatamente la quarantena. Dopodiché per poter rientrare in presenza occorre un test di uscita, un tampone molecolare o antigenico programmato dal Sisp con risultato negativo. Altri 6 casi sono emersi alle medie, dove la responsabilità è però in mano ai dirigenti scolastici e il Sisp resta in attesa degli eventi. In base al protocollo, infatti, se c’è un solo caso di positività la classe resta in presenza con mascherine Ffp2 e in auto-sorveglianza. Ma se il conto sale a due i ragazzi non vaccinati, coloro che hanno fatto 2 dosi o sono guariti da oltre 120 giorni vanno a casa in isolamento e si applica la Dad per 10 giorni, mentre gli altri proseguono le lezioni in classe mantenendo le misure di protezione e cautela. Infine, sempre nelle secondarie di primo grado, dai tre casi in su la Dad per 10 giorni si attiva per tutti. Quattro casi riguardano poi le elementari, in cui, dopo la comparsa del primo contagio, il ritorno in aula è legato all’esito del tampone che il Sisp effettuerà in tempo reale nella giornata di oggi e poi da ripetere a distanza di 5 giorni. 

Le avvisaglie della tempesta virale che potrebbe abbattersi sulle scuole non si sono fatte attendere. A dare corpo ai fantasmi c’è il fatto che questa prima raffica di contagi è stata trasversale nell’intera mappa geografica dell’Ulss 8. L’infezione ha colpito ad est e ad ovest, in città, nel Basso Vicentino, da Montecchio a Valdagno. Da parte della direttrice del Sisp, Teresa Padovan, parte un alert per le famiglie. In questo momento l’ansia domina i genitori. Molti eseguono sui figli i test fai-da-te e poi prendono d’assalto i centralini del Sisp per sapere cosa fare se l’esito del test risulta positivo. «Negli ultimi giorni – dice – si sono verificati spiacevoli incidenti e disguidi. L’auto-somministrato non garantisce un’affidabilità al 100 per cento. E, soprattutto, non entra nel sistema informatico, che è il solo modo per essere presi in carico dall’Ulss e dal medico di base. Il test che si fa in casa rappresenta un orientamento indicativo che deve, però, essere confermato da un tampone da fare in una struttura pubblica o in farmacia. È l’unico riferimento che vale per il green pass». 

Intanto aumenta la domanda delle vaccinazioni nella fascia fra i 5 e 11 anni. Nell’open day di domenica scorsa il bilancio è stato di 740 somministrazioni, di cui 639 prime dosi e 101 richiami, che si fanno a tre settimane dalla prima. In questo range di età i bambini vaccinati con la prima dose sono 7.595, ai quali aggiungere altri 1.235 che hanno già prenotato, per una copertura totale del 28,3 per cento. Sono 286, invece, quelli che hanno ricevuto anche la seconda dose: il 3,8 per cento di coloro che hanno fatto la prima. Oggi open-day bis ancora per la popolazione pediatrica a Torri, dove ora ci saranno ancora più postazioni vaccinali e il personale verrà affiancato nuovamente nel lavoro di accoglienza e anamnesi da 10 pediatri di libera scelta. 

Franco Pepe

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