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Vicenza

Chat neonazista
«Si parlava
di attentati»

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Parte del materiale sequestrato durante i blitz in tutta Italia dell’operazione “Ombre nere”. ARCHIVIO
Parte del materiale sequestrato durante i blitz in tutta Italia dell’operazione “Ombre nere”. ARCHIVIO
Parte del materiale sequestrato durante i blitz in tutta Italia dell’operazione “Ombre nere”. ARCHIVIO
Parte del materiale sequestrato durante i blitz in tutta Italia dell’operazione “Ombre nere”. ARCHIVIO

VICENZA. «Avevo letto nella chat che volevano fare un attentato nelle sinagoghe, ma ho sempre detto di non toccare certa gente. Se potevo dare una mano, lo facevo per mandare via quei quattro neri che spacciano droga a Campo Marzo ai nostri figli, ma gli ebrei non c’entrano perché non rompono i c... a nessuno. A me non piace assolutamente chi sbarca a Lampedusa e viene qua a spacciare droga. Ma non è odio razziale. Quello è stato un mio errore di gioventù».

 

[[(video) Indagati estremisti destra, pronti a partito nazista]]

 

Il 42enne vicentino finito nell’operazione “Ombre nere” assieme alla moglie e ad altre 17 persone, rompe il silenzio per ribattere alle accuse che arrivano dalla procura di Caltanissetta e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Secondo gli inquirenti, i coniugi vicentini e gli altri indagati facevano parte di un network nazifascista che, oltre a svolgere una “inequivocabile attività di apologia delle ideologie neonaziste” sui social, si adoperava anche per fare proseliti. L'uomo, invece, sostiene che lui e la moglie sono stati tirati in ballo solamente per errore.

V.G.

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