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Vicenza

Centro da tutelare
Stop ai fast food
e ai supermercati

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Corso Palladio una volta ospitava un fast food: ora scatta la stretta per rilanciare il centro storico
Corso Palladio una volta ospitava un fast food: ora scatta la stretta per rilanciare il centro storico
Corso Palladio una volta ospitava un fast food: ora scatta la stretta per rilanciare il centro storico
Corso Palladio una volta ospitava un fast food: ora scatta la stretta per rilanciare il centro storico

La giunta comunale di Vicenza ha dato il via libera alle nuove norme sull'insediamento delle attività commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi, approvando un regolamento che sarà inviato alla Regione Veneto per la sottoscrizione dell'intesa, prima di approdare in consiglio comunale. Stop tra gli altri a kebab, fast food, phone center, lavanderie fai da te, compro oro, ma anche alle medie e grandi strutture di vendita di prodotti alimentari (leggi: supermercati). Via libera invece alle macellerie, ma solo con carne italiana e non halal. «Questo documento - dichiara il sindaco Francesco Rucco – rispecchia in pieno la nostra visione di un centro storico vivo, attrattivo e di qualità. La vocazione di Vicenza, città d'arte patrimonio Unesco, è turistica. Nostro compito è valorizzare concretamente questa sua identità, promuovendo azioni forti di rilancio, a partire dall'agevolare l'apertura delle attività che sono in linea con la naturale attitudine al bello della nostra città».

 

Le nuove norme si applicheranno all'area della circonvallazione interna della città, ovvero quella delimitata da viale Venezia, viale Risorgimento, viale Margherita, via Legione Gallieno, via Rodolfi, via Fratelli Bandiera, via Bartolomeo D'Alviano, viale Mazzini e viale Milano, compresa l'area tra corso San Felice, via Torino e via Genova.

 

 All'interno del perimetro delimitato da tali vie non sarà più possibile aprire negozi che vendono chincaglieria e bigiotteria di bassa qualità, prodotti a base di cannabis, oggettistica etnica, usato (fatta eccezione per abbigliamento e accessori vintage, arredo e oggetti da collezione), accessori per telefonia (tranne nel caso dei marchi di telefonia mobile), nonché sexy shop, macelleria e polleria non italiana (compresa la carne halal), carrozzeria, gommista, meccatronico e centri di revisione, phone center, telefonia, fax, Internet point, money transfer e money change, compro oro, lavanderie self service, centri massaggi non abbinati ad attività estetica. Saranno interdette anche le aperture delle medie e grandi strutture di vendita di prodotti alimentari e non alimentari. Sono previste anche nuove norme anche per quanto riguarda i pubblici esercizi e le attività di artigianato alimentare. Nel centro storico inoltre non sarà più possibile aprire i bar e i ristoranti affiliati alle grandi catene (quelli cioè che somministrano prodotti non riconducibili alla tradizione alimentare locale), le attività caratterizzate dal servizio di pasti industriali precotti, i fast food e i locali in cui la vendita/somministrazione è effettuata in via esclusiva tramite apparecchi automatici. 

 

Il nuovo regolamento fissa anche alcuni livelli di qualità minimi, come il wifi gratuito, i menu plurilingue, il servizio al tavolo, i sistemi di illuminazione a basso consumo, l'offerta di seggioloni per i clienti più piccoli e di spazi attrezzati per il cambio degli stessi, nel caso di locali di superficie più ampia. Analogamente, non sarà più possibile aprire le attività che effettuano la vendita per asporto e il successivo consumo dei prodotti alimentari sulla pubblica via, a eccezione di panifici, pasticcerie, gelaterie, yogurterie e della produzione della sola pizza per asporto, per limitare il fenomeno dei possibili bivacchi dei clienti e dell'abbandono dei rifiuti in strada.

 

Viene infine rimosso il divieto assoluto di nuove aperture di pubblici esercizi in contra' Pescherie vecchie e contra' Tre scalini, che era stato introdotto dall'amministrazione Variati nel 2012. «Si tratta di un divieto anacronistico, oltre che illogico, che ha impedito più volte, negli anni, ad alcuni imprenditori, di proseguire nel progetto di apertura di un ristorante di alta qualità – spiega l'assessore alle attività produttive Silvio Giovine -. Stiamo studiando infine anche alcuni progetti, miranti a incentivare le nuove aperture di negozi e bar in zone attualmente poco o per nulla servite».

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