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Vicenza

Vendono su internet bici rubate, la vittima incastra due ragazzi

All’inizio di novembre, a suo figlio, che frequenta la scuola media Scamozzi, in città, avevano rubato una costosa mountain bike parcheggiata nella rastrelliera davanti all’istituto. Qualche giorno fa, navigando per internet, mentre spulciava gli annunci di subito.it, l’aveva notata: sì, quella era proprio la bicicletta rubata a suo figlio. Così, aveva vestito i panni del detective: si era finto interessato all’acquisto, e con suo stupore gli avevano risposto dicendo che la bici era a Vicenza. Così, senza lasciar trapelare nulla ai venditori, aveva fissato con loro un appuntamento per l’acquisto. Venerdì, però, lungo la Riviera berica, non ci è andato da solo, ma con la polizia. Ha così consentito agli agenti di bloccare e denunciare due ragazzini di 15 anni, che fra l’altro in casa avevano altre 4 biciclette, verosimilmente rubate. I due sono stati segnalati alla procura per i minorenni di Venezia per ricettazione, e il magistrato lagunare ha disposto accertamenti.
Il blitz degli agenti delle volanti è scattato grazie all’intelligenza del padre, un vicentino di una quarantina d’anni che ha compreso di aver trovato il modo di incastrare i responsabili. Difficile dire se i due quindicenni fermati dai poliziotti del commissario Rodolfo Martorano siano anche gli autori del furto nel cortile della scuola; ma avranno la possibilità di chiarirlo nel corso dell’indagine. Di certo, le bici che sono state trovate e sequestrate nella loro disponibilità fanno ipotizzare che avessero una certa dimestichezza con il mercato nero delle bici rubate, e che pensassero di essere al sicuro dietro l’apparente anonimato garantito dalla rete web.
L’annuncio era stato pubblicato da poco quando il padre della vittima lo aveva visto; per questo i due debbono aver atteso qualche settimana, pensando che nel frattempo le acque si sarebbero calmate, prima di mettere in vendita la mountain bike, fra l’altro ad un prezzo molto più basso di quello reale. Il padre è stato fortunato, sia per aver letto il post in tempo (prima che qualcun altro si facesse avanti per comprare la bicicletta), sia perché il modello è particolare e quindi l’ha subito riconosciuto come proprio. A, quel punto, dopo aver organizzato l’incontro, ha pensato bene di informare il 113.
Gli agenti si sono posizionati ad una certa distanza dal punto di incontro, ma da dove comunque avevano la possibilità di vedere cosa succedeva e di intervenire rapidamente. Così è stato; i due ragazzini, entrambi residenti con le famiglie in città, che non avrebbero avuto in passato altre grane con la giustizia, non hanno opposto resistenza e non hanno cercato di scappare. Hanno consegnato la bici rubata ed hanno abbassato la testa: «Ci hanno scoperti». 

 

Diego Neri

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