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Camere & caffè, l'inflazione c'è ma resta al di sotto della media

Il conto di alberghi e ristoranti? A Vicenza in un anno è cresciuto molto meno rispetto alla maggior parte delle città italiane. Almeno quello. A sostenerlo è uno studio dell'Unione nazionale consumatori, che ha stilato la classifica completa delle città con i maggiori rincari per quanto riguarda i servizi di alloggio e di ristorazione, elaborando i dati Istat relativi al mese di luglio. Vicenza occupa il 46esimo posto nella graduatoria delle città con i servizi di alloggio più rincarati su base annua e la 41esima casella nell'elenco riservato ai servizi di ristorazione. Nel primo caso gli aumenti sono al di sotto della media nazionale, mentre nel secondo in perfetta parità con il trend italiano.

Alberghi I servizi di alloggio, che comprendono alberghi, motel, pensioni, bed & breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, a luglio in Italia costano mediamente il 12,7 per cento in più rispetto allo scorso anno. In particolare, spiccano gli aumenti di alberghi e motel (+16,6 per cento) e delle pensioni (+9,4 per cento). In alcune città i prezzi sono letteralmente schizzati alle stelle: Firenze +38,5 per cento; Milano +30,9 per cento; La Spezia +27 per cento. In altre, invece, si assiste a una diminuzione dei prezzi: Vercelli -1,4 per cento; Reggio Emilia -1,2 per cento; Massa-Carrara -0,5 per cento. E Vicenza? Rispetto a un anno fa una camera d'albergo costa l'8 per cento in più, ovvero quasi cinque percentuali in meno rispetto alla media nazionale. Ristorazione Per quanto riguarda ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria Vicenza è in linea con l'inflazione italiana annua, che è pari al 4,8 per cento. Scorrendo la classifica si nota immediatamente che pure in questa categoria ci sono grandissime differenze anche tra città limitrofe. Nella vicina Verona, infatti, mangiare al ristorante o fare colazione al bar costa l'8,8 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il capoluogo scaligero guida questa poco invidiabile classifica seguito da Forlì-Cesena con +8,1 per cento e Brescia: +7,9 per cento. La città più "risparmiosa" è invece Lodi (1,4 per cento), in seconda posizione c'è Campobasso (+1,6 per cento) e in terza Teramo (+1,9 per cento).

Il commento «Che siano dell'8 o del 12 per cento, i rincari comunque sono insufficienti rispetto alle spese che dobbiamo sostenere - afferma Oscar Zago, che guida Federalberghi di Confcommercio e il consorzio turistico "Vicenza È" -. Un privato che va a fare la spesa paga circa il 20-30 per cento in più e la stessa cosa vale per noi. In più c'è il caro bollette, senza dimenticare che abbiamo aumentato gli stipendi dei nostri dipendenti per tenerceli stretti o per assumerne altri. Vicenza paga il fatto di avere meno appeal rispetto alle grandi città d'arte. Sono preoccupato per l'inverno». 

Valentino Gonzato

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