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Confindustria Vicenza

Bretellina e viadotto: ecco il nuovo progetto che libera Anconetta

Anconetta, il progetto di Confindustria Vicenza

Il perché Confindustria Vicenza abbia deciso di occuparsi di una questione che «apparentemente potrebbe apparire poco rilevante» come il passaggio a livello di Anconetta lo mette subito in chiaro la presidente Laura Dalla Vecchia. «Questo tema sembra avere una dimensione comunale, ma in realtà ha un interesse provinciale. Anzi, si estende al di fuori della provincia perché guarda ai collegamenti con le grandi città e le aree metropolitane: Padova, Bologna e anche Milano. Ci siamo presi a cuore la questione perché riteniamo sia strategica per il futuro del territorio e perché non interessa solo le aziende ma tutta la società. Se non cogliamo questo momento per spingere con vigore quest’opera perdiamo una grandissima occasione di sviluppo economico ma anche culturale. Quindi mettiamo da parte i campanilismi. In questo senso serve che la politica sia d’accordo e che porti avanti questo progetto». Ed è così dunque che da palazzo Bonin Longare arriva il nuovo progetto per superare il passaggio a livello di Anconetta e per risolvere un problema che si trascina da anni e che mai ha trovato una soluzione. La proposta, tra tutte quelle fatte finora, viene definita come la «più semplice da portare avanti» e prevede la realizzazione di un viadotto (in posizione spostata rispetto a quanto si è discusso finora) e di una successiva bretellina pensata per collegarsi con la Postumia e con il prolungamento di via Aldo Moro.

Anconetta, il progetto di Confindustria Vicenza

Di cosa si tratta Lo schema, secondo quanto illustrato dal progettista Gianmaria De Stavola, è «innovativo e risulta preferibile rispetto alle soluzioni sulle quali si è discusso finora». Nel dettaglio prevede in primis la realizzazione di un viadotto trasversale a viale Trieste. «Avvicinandosi al passaggio a livello di Anconetta dalla città - illustra l’ingegnere - sulla sinistra, all’altezza del civico 431, si trova un varco tra gli edifici. Qui viene ipotizzata una rampa a forma di “cappio” che permette alla strada di prendere quota e di superare con un ponte lungo 120 metri e alto dai 5 ai 7 metri viale Trieste, il parcheggio e la ferrovia». A quel punto il viadotto atterra in strada Cul de Ola dove verrà creata una rotatoria. «Qui - aggiunge il progettista - si staccherà una bretellina di poco più di un chilometro che continuerà a sud di Anconetta, delimitando con un segno netto l’edificato, e, dopo aver abbracciato un pezzo di terreno dove è prevista un’area di espansione, si collegherà alla Postumia all’altezza di villa Imperiali». Anche se, viene specificato, la viabilità potrebbe collegarsi anche con il prolungamento di via Aldo Moro, che è in fase di progettazione

Pro e contro Fin qui il progetto (riportato nelle pagine con i rendering prodotti da E-farm, studio dell’ingegnere De Stavola). Si arriva poi all’analisi dei cosiddetti pro e contro. Tra i pro ecco il costo: «La stima di spesa si aggira attorno ai 12 milioni di euro; quindi è molto contenuta rispetto ad altre ipotesi come ad esempio l’interramento dei binari che, preventivo alla mano, può arrivare a superare gli 80 milioni». C’è poi la funzione di alleggerimento: «Con quest’opera si potrà trasformare viale Anconetta in una strada “di giardino” con una svolta epocale dal punto di vista urbanistico». Spazio poi ai collegamenti: «Ovviamente si consente di superare il passaggio a livello e di potenziare di conseguenza la Vicenza-Schio; con la possibilità di creare una fermata denominata Porta Postumia in grado di raccogliere il traffico proveniente da nord-est e di trasferirlo su ferro». Certo c’è anche un contro e Confindustria lo ammette: «È inutile nascondersi. Dev’essere realizzato un viadotto che però ha solo un impatto sulla facciata nord di un edificio». 

L’appello Ecco perché la proposta porta con sé un appello. «Speriamo che la comunità capisca che quest’opera potrebbe rivalutare la qualità della vita del quartiere. Auspichiamo che la politica sia d’accordo - conclude Dalla Vecchia - e che si porti avanti questo progetto. Noi come categoria ci crediamo moltissimo perché fornisce molteplici risposte: al quartiere, ai pendolari e all’intero territorio che, grazie al potenziamento della linea, potrà connettersi ai grandi centri attirando competenze». 

Nicola Negrin

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