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Vicenza

Bollette, caffè e trasporti: l’impennata dei prezzi. In un anno il 2,1% in più

Un anno fa il prezzo minimo del caffè era di un euro, adesso non si scende sotto l’euro e 10 centesimi (Foto Archivio)
Un anno fa il prezzo minimo del caffè era di un euro, adesso non si scende sotto l’euro e 10 centesimi (Foto Archivio)
Un anno fa il prezzo minimo del caffè era di un euro, adesso non si scende sotto l’euro e 10 centesimi (Foto Archivio)
Un anno fa il prezzo minimo del caffè era di un euro, adesso non si scende sotto l’euro e 10 centesimi (Foto Archivio)

C’era una volta il caffè a un euro. Bastava una moneta e il rito mattutino al bar era fatto. C’era una volta, appunto. Perché adesso oltre all’euro bisogna aggiungerci quasi ovunque dieci o venti centesimi. Non lo dice l’esperienza da consumatori, ma la rilevazione sui prezzi al consumo che viene mensilmente effettuata dal Comune di Vicenza. Nel settembre 2020 sulla base di sette rilevazioni la voce “caffè espresso al bar” oscillava da un prezzo minimo di un euro a uno massimo di 1,20, con una media di 1,08 euro. Nello stesso mese del 2021, invece, sulla base di otto campionamenti si ha lo stesso prezzo massimo (1,20) ma un prezzo minimo di un euro e dieci centesimi (1,12 di media). Segno evidente di un rincaro. E se il futuro, come sembra dalle ultime proiezioni, rischia di far incrementare il costo delle miscele e del prodotto, il passato non è incoraggiante: nell’ultimo anno si è registrata una crescita complessiva dei prezzi del 2,1 per cento.

 

 

LE RILEVAZIONI. Come anticipato, non si tratta di un’indagine improvvisata sul campo. Si tratta di un lavoro certosino che viene svolto dall’ufficio statistica del Comune di Vicenza. Nel dettaglio il piano di campionamento dei punti vendita «è realizzato in maniera tale da rappresentare tutta la gamma degli esercizi commerciali esistenti localmente; quindi si individua il prodotto oggetto di rilevazione all’interno del punto vendita, selezionando, tra tutti i prodotti che corrispondono alle caratteristiche definite dall’Istat, quello più venduto». Le quotazioni di prezzo rilevate ogni mese ammontano a 3.912; si aggiungono 12 spese condominiali, 100 abitazioni per la rilevazione dei canoni di affitto e 19 per la rilevazione delle camere d’albergo. Un volta eseguito il campionamento viene composto l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (di Vicenza in questo caso) e la conseguente variazione. Ecco, secondo l’ultimo report, a settembre 2021 l’indice a Vicenza ha registrato una variazione di più 0,4 per cento rispetto al mese precedente e di più 2,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. 

 

LE VOCI. L’incremento dal 2020 al 2021 è costante ma diversificato. Perché ci sono voci che segnano una crescita esponenziale e altre più lievi. Ad esempio il capitolo “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” registra un aumento dell’11,2 per cento rispetto al 2020. Sempre per quanto riguarda la casa, i mobili e gli arredi hanno un incremento del 4,7 per cento sul 2020. Medesimo discorso per i trasporti (più 7,1 per cento in un anno) con una curiosità: le biciclette, forse anche per l’introduzione del bonus bici, segnano un più 9.1% nel costo. Ma, come anticipato, anche la borsa della spesa è diventata più pesante (in termini di portafoglio). C’è il caffè, come anticipato, ma non solo. Confrontando la tabella del settembre 2020 con settembre 2021, si scopre ad esempio che il formaggio asiago è passato da un prezzo minimo al chilo di 8,9 euro nel 2020 a 9,40 nel 2021. Il prezzo massimo delle patate comuni (sempre al chilo) è passato da 1,50 euro a 1,97 euro in un anno. Le mele “golden delicious” in un anno hanno visto lievitare il prezzo minimo al chilo da 1 a 1,80 euro. 

Nicola Negrin

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