TORINO. La decrescita felice è una boiata pazzesca. Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, usa termini più eleganti ma il concetto è quello. Dopo tanti equilibrismi dialettici, dopo i primi provvedimenti del governo sovranista a trazione Lega-M5s, dopo la manovra che rischia di fare aprire all'Ue la procedura d'infrazione, l'Italia che produce alza la voce. E parla in modo chiaro, ruvido.
Ieri alle Ogr (Officine grandi riparazioni) di Torino tremila imprenditori, espressione di 11 associazioni ai cui aderenti vanno ascritti i due terzi del Pil nazionale, hanno sottoscritto l'avvertimento lanciato da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria nazionale: «La pazienza è finita, siamo contro questa manovra perché non ha nulla per la crescita». Il succo del discorso è: «Sì Tav». Inutile girarci intorno.
«Se siamo qui in tantissimi - ha detto Vescovi -, è perché questa manovra va cambiata e subito. Non genera crescita, lo sanno tutti». Poi rincara la dose: «Questa è una bocciatura integrale per la politica economica ed infrastrutturale del governo. La galleria storica Torino Lione è un'infrastruttura datata e pericolosa. Se non si fa la Tav diamo avvio al declino certo dell'Italia».