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Lotta al virus

Bimba positiva al Covid ricoverata al San Bortolo. Condizioni gravissime

La bambina di 8 anni si trova nel reparto di terapia intensiva pediatrica. (Foto Archivio)
La bambina di 8 anni si trova nel reparto di terapia intensiva pediatrica. (Foto Archivio)
La bambina di 8 anni si trova nel reparto di terapia intensiva pediatrica. (Foto Archivio)
La bambina di 8 anni si trova nel reparto di terapia intensiva pediatrica. (Foto Archivio)

Una bimba vicentina di 8 anni versa in gravissime condizioni in terapia intensiva pediatrica. È positiva, ha il Covid, ma è ancora da chiarire se a ridurla quasi in fin di vita sia stato il virus con una delle ultime, contagiosissime sottovarianti di Omicron, la Ba.5 o la Ba.2.  Gli esami sono in corso nei laboratori della microbiologia del San Bortolo diretta da Mario Rassu, e soltanto oggi si saprà con certezza la causa patologica che ha scatenato una crisi multi-organo così violenta e devastante. C’è anche un indizio pericoloso: i giovani genitori sono entrambi positivi. Ma questo, fino a ieri, poteva, nelle valutazioni dei medici, non risultare decisivo. 
È vero, però, che, se dovesse essere confermata la diagnosi di Covid primario, il caso sarebbe davvero eclatante. Un primo caso in assoluto. Finora, in due anni e mezzo di pandemia, all’ospedale di Vicenza non si era mai visto nulla di simile. Tanti i bambini colpiti dal virus dalla primavera del 2020 in poi, o solo positivi, ma sempre in forma leggera e senza particolari conseguenze. 

La piccola è ricoverata da domenica pomeriggio, l’altra notte si è temuto il peggio, e solo le assidue cure degli specialisti della Tiped berica guidati da Paola Ferrarese sotto la supervisione costante del primario Massimo Bellettato hanno consentito di superare il momento critico. La bimba è entrata in ospedale, in pronto soccorso pediatrico, con diarrea e vomito. Poi è peggiorata rapidamente, è subentrato lo stato di shock, la situazione è apparsa drammatica, e i medici, domenica sera, hanno deciso di intubarla. 
Anche il primario Bellettato, ieri sera, era incerto su una diagnosi definitiva: «Non pensiamo che si tratti solo di Covid. Siamo dinanzi a un quadro clinico molto atipico per essere dovuto solo al virus pandemico. Potrebbe trattarsi di una violenta infezione batterica sulla quale si sarebbe sovrapposta l’infezione virale. Certo, se tutte le indagini si rivelassero negative, allora la causa evidente sarebbe davvero il Covid, ma è presto per dirlo. Sono passate appena 24 ore dall’esordio dei sintomi». 

Nella giornata di ieri, la piccola, dopo la difficile notte, è leggermente migliorata, le sue condizioni si sono stabilizzate, ma la prognosi resta riservata ed è prematuro azzardare qualsiasi previsione. Il suo fisico è andato letteralmente in cortocircuito: tachicardia, insufficienza respiratoria, reni non funzionanti. Insomma, una sorta di sepsi diffusa da richiedere un intervento di rianimazione massiccio ed intensivo per tenere su battito cardiaco e respirazione.  Una paziente a forte rischio in una fase in cui gli accessi di bambini in pronto soccorso pediatrico per forme respiratorie più o meno acute vanno moltiplicandosi. Solo domenica sono arrivati 52 piccoli, e venti di loro sono risultati positivi al tampone ma con sintomi influenzali e nulla di più. Un turnover veloce. 

Lavoro frenetico per le pediatre che si sono succedute negli ambulatori affollati per ore, giorno e notte, da bambini che stavano male e genitori preoccupati e impauriti. Niente, però, Covid conclamati. I piccoli, dopo le visite mediche, sono stati rimandati tutti a casa. Solo, appunto, il caso della piccola che vive in città. Lo shock è stato rapidissimo, quasi fulminante.  La Tiped del San Bortolo, all’interno di una terapia di livello nazionale, si è rivelata ancora una volta struttura di elevato spessore, e le tempestive terapie messe in atto sono state determinanti. Ora si spera che i miglioramenti della piccola proseguano.  Intanto il primario Bellettato si è consultato con il collega di malattie infettive Vinicio Manfrin, esperto di virus, per un consulto. Oggi la verità. 

 

Franco Pepe

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