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I dati

Tumore al seno: aumentata l’incidenza tra i 30 e i 50 anni

È aumentata l’incidenza del tumore al seno fra i 30 e 50 anni. Si è abbassata l’età in cui ci si può ammalare anche perché i controlli sono aumentati e le diagnosi si fanno prima. E la genetica entra sempre più da protagonista nelle strategie di cura. «Sì – spiega il primario Graziano Meneghini – la genetica può cambiare radicalmente il programma terapeutico». Nel 2021, pur in un anno tormentato dalla pandemia, nel reparto di chirurgia senologica dell’Ulss Berica, fra le due sedi di Vicenza e di Montecchio, l’attività generale è rimasta a livelli elevati. Gli interventi chirurgici sono stati 753, le prestazioni totali 29.506. Questi numeri a fronte di 544 nuovi casi di cancro alla mammella. Fra le novità terapeutiche, oltre alla ricostruzione immediata del seno appena operato, una chirurgia meno invasiva a livello ascellare. «Il più delle volte, per alcuni tumori, anche con linfonodi sentinella positivi – dice Meneghini - si può non procedere allo svuotamento dell’ascella perché questo non interferisce sulla prognosi. Se il carcinoma è molto avanzato si inizia subito con la chemioterapia per ridurre la massa tumorale, e poi si opera in un secondo tempo». «La rimozione del tumore è la parte più importante, ma visto che la ricostruzione mammaria non interferisce con la terapia oncologica, anzi aiuta a guarire dal punto di vista psicologico e a vivere bene dopo il cancro, è nostro dovere - conclude il primario - proporla a tutte le pazienti, con un percorso personalizzato». 

 

Franco Pepe

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