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Sanità

Allerta febbre del Nilo. Zanzare nel mirino: «Rispettare la prevenzione»

La febbre West Nile torna a fare paura. La prima vittima accertata quest’anno in Italia, un anziano di 83 anni deceduto nelle scorse ore a Piove di Sacco nel Padovano, ha fatto alzare ulteriormente il già alto livello di attenzione da parte delle autorità sanitarie. Che, contemporaneamente, rilanciano l’appello affinché tutti i cittadini facciano la propria parte per evitare la proliferazione delle zanzare che rappresentano l’unico vettore di trasmissione della febbre del Nilo e di altre infezioni virali come Dengue e Zika. «È fondamentale che tutti i cittadini diano il proprio contributo alla prevenzione della diffusione delle zanzare accanto agli interventi di disinfestazione larvicida eseguiti dalle amministrazioni comunali sul suolo pubblico - sottolinea Felice Foglia, dirigente medico referente per la sorveglianza arbovirosi nell’ambito del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 8 -. Parallelamente, come servizio siamo impegnati con la massima attenzione nella sorveglianza dei casi di West Nile così come di tutte le malattie trasmesse da zanzara al fine di identificare e circoscrivere i casi umani ma soprattutto intervenire con tempestività attuando sul territorio tutte le misure di controllo del vettore».

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Come noto, nella maggior parte dei casi il virus nel Nilo risulta del tutto asintomatico, mentre in circa il 20 per cento dei soggetti contagiati si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza: febbre, dolori muscolari e mal di testa. In alcuni casi, però, soprattutto negli anziani o nei malati con patologiche croniche oppure con deficit immunitari, la malattia può portare anche a gravi complicazioni di tipo neurologico: disorientamento, tremori, disturbi della vista, convulsioni fino alla paralisi e al coma. Infine, in un caso su mille può provocare una meningite letale. Nel 2019, proprio a causa di una encefalite innescata da questo virus, morì un anziano di 87 anni di Sarego. La casistica è pressoché simile anche per le altre infezioni virali trasmesse dalle zanzare, chiamate arbovirosi. «Già in passato nel territorio vicentino sono stati registrati circa 300 casi umani di West Nile virus - prosegue Foglia -. Nell’agosto 2020 altresì si è verificata la prima circolazione autoctona di virus Dengue in Italia e precisamente in una località afferente al territorio dell’Ulss 8 Berica. Ogni volta siamo intervenuti celermente per ridurre la densità della zanzara e monitorare i soggetti contagiati considerando il rischio concreto per la salute pubblica. Pertanto è importante mettere in atto le buone pratiche di prevenzione che abbiamo suggerito». 

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Quest’anno il primo caso in regione di positività al West Nile in una zanzara è stato riscontrato il 7 giugno a Barbarano Mossano. A oggi sono stati intercettati insetti portatori del virus in quasi tutte le province del Veneto. L’ultimo bollettino di sorveglianza delle arbovirosi della Regione Veneto non segnala invece persone contagiate dal virus del Nilo nel Vicentino, mentre riporta due malati affetti da febbre Dengue. 
Come ogni anno, il Comune di Vicenza ha attivato il servizio di disinfestazione ed emesso un’ordinanza relativa agli accorgimenti che cittadini e aziende devono obbligatoriamente adottare fino all’1 novembre per evitare la proliferazione della zanzara tigre e di quella comune. Tra i vari obblighi, i cittadini non devono abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni dove possa raccogliersi l’acqua (come barattoli, copertoni, vasi, rifiuti e materiale vario), devono svuotarli giornalmente e coprirli con sistemi idonei a impedire la deposizione delle uova di zanzara o il loro sfarfallamento. Inoltre, tutti i condomini e i proprietari o gestori di edifici e immobili devono trattare in forma preventiva e ogni 15 giorni le caditoie e i tombini presenti in giardini, cortili e nelle aree esterne di pertinenza con prodotti larvicidi. È pure necessario: registrare i trattamenti larvicidi in un registro e conservare le ricevute di acquisto dei prodotti, da esibire su richiesta delle autorità di controllo; provvedere al taglio periodico dell’erba e al contenimento della vegetazione nelle aree verdi per evitare che possano occultare microfocolai; evitare l’accumulo di rifiuti e materiali di ogni genere; evitare il ristagno delle acque meteoriche o di qualsiasi altra provenienza e tenere sgombri i cortili e le aree esterne da erbacce e sterpi. L’ordinanza prevede poi obblighi specifici per consorzi, aziende agricole e zootecniche, responsabili di cantieri e impianti di gestione rifiuti. Infine, l’ordinanza comunale prevede anche multe salate per chi trasgredisce gli obblighi: le sanzioni partono da 50 euro e possono arrivare fino a 300 euro nel caso di inadempienze particolarmente gravi, oltre al pagamento delle spese per l’esecuzione d’ufficio degli interventi anti-zanzare necessari. 

 

Valentino Gonzato

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