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Vicenza

Aiuti ai militari ucraini, spunta pure il bonifico: ispezioni della polizia

I riflettori della Digos si accendono sul deposito al centro parrocchiale di San Giuseppe, dove vengono raccolti gli aiuti da inviare in Ucraina. Dopo il caso sollevato da Il Giornale di Vicenza sul materiale inviato ai soldati impegnati nei combattimenti contro le truppe russe, la questura ha effettuato due ispezioni al centro di raccolta gestito dal “Movimento volontario Vicenza”, nato spontaneamente sotto la guida di padre Vasyl Kyshenyuk pochi giorni dopo l’invasione lanciata da Mosca. Al momento, non sarebbero emersi elementi rilevanti dal punto di vista penale. Nelle ultime ore è spuntato anche un bonifico a favore dei combattenti di Kiev che, secondo Vira Kobzar, ucraina da anni a Vicenza e madre del giovane Dmytro Ovad tornato in patria per combattere, sarebbe il frutto di una raccolta fondi fatta dallo stesso movimento. Quest’ultimo, però, nega di avere avuto un ruolo nel reperimento di soldi da far arrivare ai connazionali impegnati nel conflitto. 
Le ispezioni In questura le bocche sono cucite. Secondo quanto è stato comunque possibile ricostruire, gli investigatori della Digos si sono presentati alla parrocchia di San Giuseppe, che aveva minacciato di revocare gli spazi ai volontari se fosse continuata la raccolta di equipaggiamenti militari, sia sabato scorso sia ieri mattina. Non si è trattata di una perquisizione nell’ambito di un’indagine. I detective hanno voluto raccogliere informazioni sull’attività del “Movimento volontario Vicenza” (con il quale erano già comunque in contatto da tempo) dopo gli articoli apparsi sul GdV. Durante la visita tutto sarebbe risultato in regola. 
Il movimento Una delle rappresentanti della comunità ucraina in città, Anna Parovyak, che insieme a padre Vasyl dai primi giorni ha preso le redini della raccolta del “Movimento volontario Vicenza” nella parrocchia di San Giuseppe, chiarisce: «La polizia è venuta e ha fatto dei controlli, anche dei registri, ma siamo stati noi a chiedere d’ora in avanti di venire ogni settimana a fare delle verifiche a sorpresa e a campione del materiale, perché non abbiamo niente da nascondere», sottolinea Parovyak. Che prosegue: «Ci siamo scusati anche con la Diocesi per gli errori che sono stati fatti e abbiamo ribadito che la nostra è una raccolta umanitaria».
Il trasferimento di soldi Parovyak commenta anche il post di Kobzar, la madre del combattente partito da Vicenza per difendere la propria patria. La donna, residente da anni nel capoluogo vicentino, qualche giorno fa ha pubblicato su Facebook la foto della ricevuta di un versamento del valore circa 730 euro spiegando nel post che quelli erano «soldi raccolti dalla parrocchia di San Giuseppe per i combattenti». Parovyak chiude la questione: «La parrocchia di San Giuseppe è composta da anni dalle comunità italiana, ucraina e ivoriana. Lei non doveva utilizzare quella parola e le chiederò perché lo ha fatto. Può fare quello che vuole e pubblicare sulla sua pagina ciò che desidera. Se le sue amiche hanno voluto darle dei soldi è tutto lecito, ma è una sua iniziativa personale. Non devono parlare per un’istituzione come quella parrocchiale». 
Il religioso Intanto, padre Vasyl respinge al mittente le accuse di aver cercato in prima persona di raccogliere materiale militare come giubbotti antiproiettile usati: «No, noi non facciamo queste cose. Siamo interessati a raccogliere solo cibo per bambini e per chi ne ha bisogno». Dopo qualche giorno difficile, sembra aver ritrovato la serenità per quanto possibile vista la guerra che continua a infuriare nel suo Paese: «Ho parlato con il vescovo e con gli altri preti - racconta -. Mi dispiace perché le persone italiane sanno cosa facciamo e hanno visto quello che facciamo. Adesso, però, ci vedono un po’ diversamente perché pensano che facciamo raccolta per i militari, mentre noi facciamo una raccolta unitaria per la nostra gente che è senza casa e senza tutto quello che serve per vivere. Ho spiegato loro che noi raccogliamo solo cibo e vestiti e che non raccogliamo materiale militare e ora è tutto a posto. Dobbiamo aiutare il nostro popolo in difficoltà». 

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Karl Zilliken - Valentino Gonzato

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