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Vicenza

Aiuti ai militari ucraini. Arriva l’altolà di Rucco

Il centro di raccolta a San Giuseppe
Il centro di raccolta a San Giuseppe
Il centro di raccolta a San Giuseppe
Il centro di raccolta a San Giuseppe

«Nel magazzino solo aiuti umanitari». Nessuna polemica e nessuna “minaccia” ma parole chiare. Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, commenta la vicenda che ha contrapposto il Movimento volontario Vicenza e la parrocchia di San Giuseppe. Il movimento, dai primi giorni di guerra, raccoglie gli aiuti vicentini per l’Ucraina; il centro parrocchiale, da subito, ospita e favorisce la raccolta anche perché tra i sacerdoti dell’unità pastorale c’è padre Vasyl Kyshenyuk, guida della comunità bizantina. Una collaborazione andata d’amore e d’accordo fino a qualche giorno fa. Uno tra gli amministratori del gruppo Facebook con cui il Movimento ha gestito la raccolta ha pubblicato annunci espliciti sulla necessità di accumulare beni che sarebbero arrivati ai soldati di Kiev. Non armi, ovviamente, ma indumenti militari, ginocchiere e gomitiere, occhiali balistici, giubbotti antiproiettile e altro materiale del genere. Non solo: lo stesso volontario ha anche pubblicato foto di soldati che “spacchettano” gli scatoloni raccolti a Vicenza e ringraziano. A questo punto è intervenuta la parrocchia che ha preso le «assolute distanze dal Gruppo volontariato Vicenza organizzatore di tale raccolta» e ha ribadito di «non concedere i propri spazi per la raccolta di materiale destinato a soldati ucraini. Gli spazi verranno revocati immediatamente se utilizzati in tal senso», augurandosi che «le autorità pubbliche preposte controllino in tal senso il materiale raccolto». 

Una delle alternative per “salvare capra e cavoli” come suggerito anche da padre Vasyl, che già aveva “benedetto” la partenza per combattere di Dmytro Ovad nei primi giorni del conflitto, poteva essere quella di dirottare la raccolta di quel materiale specifico nel magazzino, fuori dal territorio della parrocchia, concesso dal Comune. Problema risolto? No. «La funzione di quel magazzino - chiarisce il sindaco Rucco - è di dare un supporto all’associazione che gestisce la raccolta e a padre Vasyl. Lo facciamo molto volentieri ma gli aiuti devono restare umanitari, come alimenti a lunga conservazione e prodotti per la pulizia personale. Il materiale destinato eventualmente ai militari deve fare un altro percorso, passando per il ministero della difesa. I beni che ospitiamo nel magazzino e che vengono raccolti devono essere umanitari e non finalizzati al combattimento. Poi è chiaro che anche i soldati devono mangiare e che magari il cibo può arrivare anche a loro in qualche caso, ma questo è un altro discorso». Nei primi giorni di marzo, il Comune aveva messo a disposizione un deposito coperto per lo stoccaggio dei beni all’interno del mercato ortofrutticolo, un luogo logisticamente ideale. Nei giorni scorsi, l’accordo è stato rinnovato per tre mesi. Adesso un’eventuale raccolta di tipo “militare” mette in dubbio la concessione? «Non mettiamo in dubbio lo spazio ma ribadisco che gli aiuti devono essere di supporto alle persone in difficoltà che devono mangiare e lavarsi e non finalizzati alla guerra. Il passaggio con il ministero della difesa serve affinché facciano controlli precisi». 

Karl Zilliken

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