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fiori d'arancio

Variati ha detto “sì” sposando la sua Lella nella chiesa dei Carmini

All’uscita gli sposi salutati con le foglie di ulivo invece che col riso, per non sprecare cibo

Fiori d’arancio per Achille Variati e la sua Lella. Ieri mattina alla chiesa dei Carmini l’ex sindaco di Vicenza ha sposato Lorella Bottazzo, sua compagna di una vita, davanti a una platea composta da amici e compagni di impegno politico.
Una cerimonia semplice, con una settantina di persone, che ha rispecchiato la riservatezza con la quale Variati ha sempre tenuto la propria vita privata lontano dalla ribalta.
Gli sposi sono arrivati in chiesa poco dopo le 11, lui in completo scuro, lei in un abito in pizzo color tortora con nuance rosate e giacca coordinata, poche roselline tra i capelli raccolti.

Il matrimonio nella chiesa dei Carmini

Un rito sentito, che è stato celebrato dal parroco don Mario Cristofori, per il quale gli sposi hanno scelto due delle letture più amate in queste occasioni, il Cantico dei Cantici e l’Inno all’amore dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Ma anche le Beatitudini, lo “Statuto dei cristiani”, come l’ha definito il sacerdote. Che, nell’omelia, ha sottolineato come gli sposi «hanno già parlato con la loro testimonianza, con la loro presenza qui e ci stanno parlando di una scelta che hanno compiuto». E, ha continuato, attorno a loro ieri non c’erano «un consiglio o una pubblica assemblea, ma una comunità di amici, di persone che vi vogliono bene e credono in voi».
Un clima che traspariva dagli sguardi e dalla commozione di chi questa storia l’ha condivisa con loro da anni e ieri l’ha vista, come affermato ancora da don Cristofori «portata a compimento».

Tra i banchi numerosi amici e colleghi politici

Tra i banchi della chiesa diversi amici compagni di tante stagioni politiche: Angelo Guzzo, Vladimiro Riva, Vincenzo Riboni, Fioravante Rossi, l’ex vicesindaco di Variati, Jacopo Bulgarini d’Elci, Dario Vianello, testimone dello sposo insieme alla sorella Giulia Variati e Federico Formisano, la cui moglie Patrizia Pira era testimone della sposa insieme al nipote Paolo Scorzato.
A sottolineare i momenti chiave alcuni brani classici intonati dall’organo di Margherita Dalla Vecchia e dal violino di Matteo Zanotto: il canone di Pachelbel, l’“Arioso” di J. S. Bach, il “Gabriel’s oboe” di Ennio Morricone, dalla colonna sonora di “Mission”, l’“Andante” di Saint-Saëns e l’“Allegro” di Vivaldi.

Foglie di ulivo al posto del riso per non sprecare cibo

Alla fine, abbracci tra vecchi amici, gioia e commozione. Condivisa certamente dall’alto dai genitori e dalle sorelle degli sposi, ricordati durante il rito. E probabilmente da lassù sarà stato soddisfatto quel Mariano Rumor che – raccontano i bene informati – queste nozze le caldeggiava già quando l’attuale eurodeputato era giovane segretario cittadino dell’allora Dc.
Poi l’uscita per affrontare il lancio delle foglie d’ulivo, anticipando di poche ore la domenica delle Palme, una decisione degli sposi per sostituire il riso, scelta ritenuta poco etica, o i fiori, in un momento di carenza idrica. Sobrie, quindi, anche le decorazioni floreali all’interno della chiesa, nelle tonalità del bianco e del rosa, a richiamare il bouquet della sposa.
Tra le foto di rito, anche qualche battuta degli amici sulla data prescelta, ma no, assicurano gli sposi, non è un pesce d’aprile. È, invece, «la scelta di camminare assieme, mano nella mano». 

Maria Elena Bonacini

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