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Tre condanne per usura La pena più alta al legale

Il tribunale di Vicenza dove è stata pronunciata la sentenzaL’avvocato Stefano Bevilacqua
Il tribunale di Vicenza dove è stata pronunciata la sentenzaL’avvocato Stefano Bevilacqua
Il tribunale di Vicenza dove è stata pronunciata la sentenzaL’avvocato Stefano Bevilacqua
Il tribunale di Vicenza dove è stata pronunciata la sentenzaL’avvocato Stefano Bevilacqua

Tre condanne per usura, mentre la presunta truffa immobiliare è stata prescritta. Il tribunale ha inflitto 3 anni di reclusione e 10 mila euro di multa all’avvocato Stefano Bevilacqua, di 55 anni, residente a Valdagno ma con studio professionale a Schio, e 2 anni e 5 mila euro di multa ciascuno a Fausto Festa, 62 anni, di Malo, e ad Anselmo Cosmo, 59, che abita a Valdagno. I tre imputati sono stati invece scagionati dall’accusa di aver architettato il raggiro perché il reato è stato estinto dalla prescrizione. La difesa di Bevilacqua ha già annunciato ricorso in appello. La vicenda risaliva ai primi mesi del 2011. Al centro di tutto c’era un complesso di Valdagno di proprietà dell’impresa edile del valdagnese Damiano Brentan, che aveva contratto un debito con l’erario di 376 mila euro. Quest’ultimo aveva quindi subito il pignoramento dell’immobile, che aveva un valore stimato in circa 1,2 milioni di euro. Per uscire da quella delicata situazione finanziaria, in base a quanto era stato ricostruito dalla guardia di finanza di Arzignano coordinata dalla procura, Brentan avrebbe accettato la proposta dell’avvocato Bevilacqua di vendere il palazzo alla società “Immobiliare Quattro B srl”. Quest’ultima aveva come amministratore unico Festa e come socio Cosmo (che avrebbe svolto la funzione di prestanome), mentre il terzo imputato non avrebbe dovuto figurare. La cessione avrebbe dovuto essere preceduta dal pagamento del debito erariale da parte di Brentan, che è effettivamente avvenuto grazie al prestito concessogli da Cosmo. Una volta completato il rogito, l’immobiliare avrebbe quindi ottenuto un mutuo dalla Banca popolare di Marostica per consentire a Brentan - che nel frattempo avrebbe rilevato le quote societarie - di restituire il prestito a Cosmo, di estinguere il mutuo e di ricavare un profitto dalla vendita di alcune unità del complesso. Secondo l’accusa, però, Festa e Cosmo non avrebbero ceduto le quote a Brentan e si sarebbero tenuto l’immobile pagandolo di fatto solo 376 mila euro. Il collegio del tribunale, presieduto dal giudice Lorenzo Miazzi, non si è espresso su questa parte della vicenda perché è intervenuta la prescrizione. Ha invece giudicato colpevoli Bevilacqua, Cosmo e Festa per il reato di usura perché gli imputati hanno praticato un tasso annuale del 56,48 per cento sul prestito di 376.500 euro dato a Brentan, facendosi consegnare 17 mila euro di interessi. Il tribunale ha inoltre respinto la richiesta di un milione di euro di risarcimento presentata dalla parte civile, assistita dall’avvocato Lino Roetta, bocciata pure in sede civile. Nonostante la sentenza, gli imputati protestano la loro innocenza. L’avvocato Gianluca Alifuoco, che difende il collega Bevilacqua e Festa (Cosmo è seguito dall’avvocato Laura Dalla Fontana, ndr), presenteranno ricorso. «Attendo fiducioso di leggere le motivazioni, che tributo fin da ora essere aberranti», commenta Bevilacqua. Che sostiene di non aver mai preso quei soldi né di esserseli fatti promettere. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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