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Stipendi e tfr a rischio per i lavoratori Miteni

Peggio di così, per i dipendenti della Miteni di Trissino, non potrebbe andare. Oltre ai problemi di salute provocati dal prolungato contatto con le sostanze perfluoroalchliche lavorate in fabbrica, per effetto del quale la concentrazione nel sangue di molti di loro è enormemente più alta di quella riscontrata nel resto della popolazione; e oltre al sospetto, per non dire all’ostilità, con cui sono stati spesso trattati, nella distorta convinzione che fosse un po’ loro la colpa di quanto è accaduto, devono ora aggiungere la prospettiva di perdere il posto di lavoro, se non vi fosse un’azienda disposta a rilevare la proprietà, e di non vedersi pagati tutti gli stipendi arretrati e il tfr. L’incontro che si è tenuto lunedì sera nella sala civica Corte delle filande di Montecchio di fronte a un pubblico folto e partecipe, ha avuto il sapore di una rivalsa, di una pubblica esternazione di orgoglio da parte degli oltre cento dipendenti che, dopo il decreto di fallimento di qualche settimana fa, sono in regime di mobilità e rischiano seriamente il licenziamento. Coordinati dal portavoce del movimento No Pfas Alberto Peruffo, si sono alternati al microfono alcuni autorevoli protagonisti della lotta in corso. Renato Volpiana, rappresentante Rsu dell’azienda, ha ripercorso le tappe della triste vicenda, comunicando che in alcuni dipendenti è stata riscontrata la presenza di oltre 6 milioni di nanogrammi di Pfas nel sangue. Il suo collega Denis Orsato ha messo in evidenza le responsabilità dalla dirigenza aziendale del gruppo multinazionale Icig - che controlla la trissinese Miteni - per la «carente manutenzione degli impianti». Proprio per garantire la sicurezza interna ed esterna della fabbrica i lavoratori stanno attualmente presidiando le unità di produzione, in attesa dei futuri sviluppi della vertenza. Il segretario provinciale della Cgil Giampaolo Zanni ha riferito della trasferta compiuta proprio lunedì a Roma per discutere del fallimento Miteni con l’autorità centrale. «Si è trattato di un incontro formale - ha spiegato il sindacalista - dal quale abbiamo ottenuto la rassicurazione che la domanda di Cassa integrazione straordinaria si può presentare, con buone possibilità di ottenerla. Per i dipendenti si annunciano tempi difficili, perché è venuto a cessare l’intervento della Provincia che anticipava i salari in attesa della definizione della pratica, e perché comunque, quando arriveranno, non saranno superiori ai mille euro al mese. E anche per ottenere il trattamento di fine rapporto ci sarà da lottare». Ha concluso la serie degli interventi Enzo Merler, uno dei medici incaricati dalla Regione di compiere un’indagine epidemiologica sui dipendenti dell’azienda. I numerosi interventi da parte del pubblico hanno aggiunto altri elementi al dibattito e manifestato la piena solidarietà dei presenti alla lotta dei lavoratori. Prima di chiudere l’incontro, Peruffo ha proposto di costituire un comitato civico di appoggio alla lotta dei dipendenti Miteni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Zonin

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