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Scivola per il ghiaccio Volo fatale di 40 metri

Un primo piano di Claudio Zordan, il 59enne morto in Cadore. A.C.Un’altra immagine che testimonia la sua passione per la montagna
Un primo piano di Claudio Zordan, il 59enne morto in Cadore. A.C.Un’altra immagine che testimonia la sua passione per la montagna
Un primo piano di Claudio Zordan, il 59enne morto in Cadore. A.C.Un’altra immagine che testimonia la sua passione per la montagna
Un primo piano di Claudio Zordan, il 59enne morto in Cadore. A.C.Un’altra immagine che testimonia la sua passione per la montagna

La montagna che tanto amava lo ha tradito. Un volo di 40 metri, fatale, durante un’escursione notturna sul rio Cornon, nel territorio comunale di Santo Stefano di Cadore. È morto così Claudio Zordan, 59 anni, carabiniere in pensione residente a Casale sul Sile, nel Trevigiano, ma originario di Castelgomberto dove aveva abitato fino al 1990. Il drammatico volo nella profonda scarpata rocciosa, dopo che l’uomo era scivolato sul ghiaccio, non gli ha lasciato scampo. I soccorritori sono giunti nella zona dell’incidente dopo che i familiari di Zordan avevano dato l’allarme non vedendolo rientrare. Purtroppo, quando il soccorso alpino ha individuato l’uomo non c’era più nulla da fare. Ieri mattina il corpo è stato recuperato da un elicottero che l’ha trasportato nella camera mortuaria di Santo Stefano di Cadore. La notizia della morte di Zordan ha scosso la contrada Carletti a Montepulgo dove risiedono con le loro famiglie due cugini, Fortunato Angelo e Alessandro Zordan, di qualche anno più anziani della vittima, mentre i fratelli Sergio ed Emma vivono in Germania. È stato un misto di sorpresa e incredulità il primo sentimento dei parenti, che ha fatto subito posto al dolore. «Ma proprio di notte doveva andare in montagna - sono state le prime parole del cugino Alessandro - . Tutti sapevano della sua passione per le vette, era una persona precisa, attenta, non lasciava niente all’improvvisazione, non avrei mai pensato che sarebbe finito in modo così tragico. Quando veniva a trovarci, ci entusiasmava raccontandoci delle sue escursioni e di quanto fosse bello salire lassù in alto». Quando ha sentito la notizia è uscita di casa anche la signora Gabriella Peruzzi, 76 anni, amica di famiglia. «Mi ricordo ancora che l’ostetrica è salita fin quassù dal centro di Castelgomberto, trasportata sulla lambretta del messo comunale per far nascere Claudio - racconta la signora -. L’ho visto crescere, giocare con i cugini e i bambini nel cortile davanti a casa. Me lo ricordo bene quando è partito per il servizio militare, pieno di entusiasmo. Non mi dimentico la soddisfazione dipinta sul volto, quando è venuto ad annunciarmi che la sua domanda era stata accolta e sarebbe partito per diventare carabiniere». Claudio Zordan ha frequentato la scuola sottufficiali e fra le su prime destinazioni ci fu la stazione di San Candido. Qui l’amore per la montagna con i suoi silenzi, i suoi spettacoli naturali aumentò di intensità. Nel 1990 si era sposato con Manuela Cadamuro ed era andato ad abitare a Casale sul Sile in provincia di Treviso dove ebbe due figli. Dieci anni fa un male incurabile gli aveva portato via la moglie. Zordan era tornato in paese l’estate scorsa. Ai cugini e agli amici di gioventù aveva mostrato con entusiasmo le fotografie delle sue escursioni. Bellissimi paesaggi montani che non facevano certo presagire un epilogo così drammatico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aristide Cariolato

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