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Ritornano a verde 24 ettari edificabili

Con varianti e Piano Interventi tornano a verde 24 mila metri quadri di superficie  già edificabile.  VE.MO.
Con varianti e Piano Interventi tornano a verde 24 mila metri quadri di superficie già edificabile. VE.MO.
Con varianti e Piano Interventi tornano a verde 24 mila metri quadri di superficie  già edificabile.  VE.MO.
Con varianti e Piano Interventi tornano a verde 24 mila metri quadri di superficie già edificabile. VE.MO.

Riconquistati oltre 24 ettari di verde in 4 anni. La città cancella una serie di possibili edificazioni e si riappropria di una superficie pari a quasi 40 campi da calcio. L’appello lanciato dal Comune nel 2015, con le “varianti verdi”, di fare spazio al recupero dell’esistente e ridurre al minimo il consumo del territorio ha trovato terreno fertile tra i cittadini, soprattutto tra coloro che hanno preferito risparmiare alla voce Imu su terreni che erano edificabili sulla carta ma che le circostanze economiche private avevano di fatto congelato in limbo. Nel quadriennio con 4 bandi e 3 varianti si è avuta una diminuzione delle aree edificabili pari a 94.435 metri quadrati. «La procedura consente di chiedere l’eliminazione dell’edificabilità e di classificarle come agricole o verde privato - spiega Michele Cocco, assessore all’urbanistica -. I primi due anni abbiamo accorpato la procedura in un’unica variante con 78 domande accolte. Poi le richieste sono diminuite com’è fisiologico che sia: nel 2017 sono passate all’esame della commissione 24 domande e nel 2018 solo 2. In particolare sono effettuate verifiche sullo stato dei luoghi, che non siano presenti manufatti e che la richiesta non pregiudichi interventi di terzi, come nel caso di aree edificabili soggette a piani attuativi». Ma proprio per far fronte anche a queste situazioni il Comune è ricorso al Piano degli interventi con cui ha analizzato e rivisto tutte le aree edificabili soggette al piano attuativo. E con questo strumento si è riusciti a recuperare altri 142 mila metri quadrati, di cui ben 70 mila sono aree in perequazione che tornano ad essere agricole. In questi 14 ettari sono comprese anche zone che originariamente si prevedeva di espropriare per realizzare servizi come la circonvallazione ovest che avrebbe dovuto correre sotto il quartiere Castello e che oggi è stata cancellata da qualsiasi progetto. «L’eliminazione dell’edificabilità consente di dare maggiore flessibilità alla pianificazione urbanistica - ha aggiunto Cocco -. In questi anni abbiamo assistito ad un cambio di clima sia per un diverso atteggiamento dei cittadini che per una presa di coscienza degli addetti ai lavori. Si è arrivati alla consapevolezza che è più vantaggiosa la riqualificazione dell’esistente che la costruzione ex novo. In molti casi il ritorno al verde si traduce in una riduzione del peso fiscale per le famiglie che con un terreno agricolo non sono più sottoposte al pagamento dell’Imu». E lo sviluppo della città? «La pianificazione comunale promuove ampie possibilità di completamento con diverse aree di espansione distribuite su tutto il territorio. La riduzione di aree può rappresentare un meccanismo finalizzato a incentivare il riciclo di parti già edificate. Inoltre la procedura va nella direzione di utilizzare strumenti per dare soddisfazione alle esigenze delle famiglie, anziché strumenti speculativi che contribuirebbero al blocco dell’edilizia». Oltre ai terreni edificabili che tornano agricoli o verdi, il Pi ha lavorato anche sulle grandi lottizzazioni non ancora realizzate. Una su tutte l’ex parcheggio Marzotto con i suoi 25 mila metri cubi di cemento su carta. «In questo caso con apposita variante abbiamo individuato come soluzione la delocalizzare dei volumi nelle località Peghini e Castello e l’acquisizione dell’area che rimarrà un posteggio a servizio del centro storico». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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