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Pfas, terreni da analizzare
«Servono 7 mila prelievi»

Il cantiere del bacino di laminazione di Trissino. FOTOSERVIZIO  MASSIGNANIl governatore del Veneto Luca Zaia in sopralluogo al cantiere
Il cantiere del bacino di laminazione di Trissino. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl governatore del Veneto Luca Zaia in sopralluogo al cantiere
Il cantiere del bacino di laminazione di Trissino. FOTOSERVIZIO  MASSIGNANIl governatore del Veneto Luca Zaia in sopralluogo al cantiere
Il cantiere del bacino di laminazione di Trissino. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl governatore del Veneto Luca Zaia in sopralluogo al cantiere

Bacino ma non solo. Il governatore del Veneto Luca Zaia, ieri in visita al cantiere di Trissino, ha parlato anche di Pfas. Annunciando che, con una delibera di giunta di 15 giorni fa, ha dato mandato ad Arpav di chiedere in Procura l’ok ad effettuare un piano di carotaggi, fino a 10 metri di profondità, sui circa 67 mila metri quadrati dello stabilimento Miteni e nelle immediate vicinanze. «Per sapere - ha dichiarato Zaia - se il terreno nasconde qualcosa, dove, quantità e tipologia e predisporre un intervento efficace, ma anche capire chi ce l’ha messo. Il piano prevede circa 7 mila carote, una ogni 10 metri. Se Miteni ci aprisse le porte tutto sarebbe più veloce. L’operazione sarà a carico della Regione».

Pronta la reazione della Miteni. «Vogliamo confermare al presidente Luca Zaia - si legge in una nota - che Miteni continuerà a collaborare con le istituzioni per ogni accertamento sulla caratterizzazione dei terreni. Dal 2014 l’azienda ha realizzato, sotto supervisione e indicazione di Arpav, oltre 70 carotaggi per analizzare il terreno dello stabilimento e altri 16 carotaggi all’esterno. Siamo a completa disposizione degli organi ambientali e di controllo».

Zaia a Trissino, con amministratori e politici, tra cui l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, l’europarlamentare Mara Bizzotto e la senatrice Erika Stefani, ha effettuato un sopralluogo per i lavori del bacino di laminazione, per l’area dall’Ovest vicentino alla Bassa Padovana.

«Dopo l’alluvione del 2010, che ha rovinato 10.040 famiglie e imprese, abbiamo redatto e inviato a Roma un piano da 3 miliardi. Uno, senza applicare tasse, ce l’abbiamo messo noi contro i 200 mila euro arrivati dallo Stato, inaugurando e cantierando diverse opere, tra cui il bacino di Trissino. Restando in zona, dopo l’inaugurazione del bacino di Caldogno, la prossima sfida è l’ampliamento di quello di Montebello». Il sindaco di Arzignano, Giorgio Gentilin, ha auspicato la previsione di un canale scolmatore che tranquillizzi Tezze.

Il bacino di Trissino potrà trattenere 2,7 milioni di metri cubi d’acqua in caso di piena. «Ma già a fine anno sarà operativo - ha sottolineato il presidente di Alta Pianura Veneta, Silvio Parise - con una capacità d’invaso di 1 milione di metri cubi. Le opere concluse riguardo gli argini sono all’80%, quelle in calcestruzzo al 60, contiamo di ultimare il tutto entro ottobre. Poi si dovrà svuotare l’alveo di 1,8 milioni di metri cubi di ghiaia, con un massimo di 180 camion al giorno: contiamo di ultimare il l’opera entro il 2018». Il costo dell’opera è di oltre 23 milioni di euro, 17 finanziati dalla Regione, 5 da recuperare con la vendita della ghiaia estratta. E qui l’Associazione temporanea di imprese (Consorzio stabile Medoacus, Idrabuilding e Kostruttiva), che si occupa dei lavori ha posto una questione: nel contratto l’Ati si è impegnata a versare a Apv 3 euro per ogni metro cubo di ghiaia estratto, ma una delibera regionale sulle aree golenali ha poi fissato il prezzo di vendita a 1,5 euro con ingente perdita per le imprese.

Giorgio Zordan

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