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Pedemontana al 70% «Apertura completa nell’autunno del 2021»

L’imbocco della galleria di Sant’Urbano, a Montecchio Maggiore. FOTOSERVIZIO  TROGU
L’imbocco della galleria di Sant’Urbano, a Montecchio Maggiore. FOTOSERVIZIO TROGU
L’imbocco della galleria di Sant’Urbano, a Montecchio Maggiore. FOTOSERVIZIO  TROGU
L’imbocco della galleria di Sant’Urbano, a Montecchio Maggiore. FOTOSERVIZIO TROGU

Avanza, sotto traccia. Avanza, seppur lontano dagli occhi dei non addetti ai lavori, della gente comune. In molti punti il cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta è mascherato: dalla collocazione del tracciato, dalla sua conformazione, dalle soluzioni progettuali adottate; soprattutto nell’Ovest Vicentino, l’infrastruttura corre per molti tratti in trincea e si snoda attraverso due gallerie naturali, quella di Sant’Urbano tra Montecchio Maggiore e Trissino, e quella tra Castelgomberto e Malo, più a nord. Il cantiere avanza, sebbene non se ne abbia la reale percezione. Quasi tre quarti dell’opera sono già realizzati, anche se a dirlo così, oggi, molti stenterebbero a crederlo. Con sorpresa gli imprenditori e i professionisti radunati a Cornedo dal Gruppo Area lo hanno appreso direttamente dalle parole di Elisabetta Pellegrini, l’ingegnere che dirige la Struttura di progetto della Pedemontana. «Il cantiere - spiega - è al 72-73%». E vede il traguardo, anzi più d’uno: quello immediato dell’«apertura del prossimo tratto, tra Thiene e Malo, a inizio 2020»; quello dell’«apertura di quasi tutta la Pedemontana, entro la fine 2020, tranne la galleria Malo-Castelgomberto»; e quello finale dell’«apertura totale, tunnel compreso, stimata per l’autunno del 2021». Mai, negli ultimi mesi, la tabella di marcia della Spv era stata illustrata così nel dettaglio. 50 MILIONI AL MESE. Per lunghi tratti il suolo di quella che sarà la futura superstrada da 2 miliardi e 258 milioni, lunga 94 chilometri tra Montecchio e Spresiano nel Trevigiano, è sì nascosto alla vista, ma del cantiere si vede tutto il corollario: il viavai di camion con la ghiaia e la terra, i cartelli gialli e le rotatorie quiz, con la viabilità ordinaria modificata, anzi, in continuo cambiamento per adeguarsi alle esigenze del cantiere, soprattutto nel tratto tra Breganze e Romano d’Ezzelino dove l’arteria in costruzione ha preso il posto che era della Nuova Gasparona. È in un questo ultimo quarto di percorso che, probabilmente, gli effetti del cantiere saranno più evidenti. L’ingegner Pellegrini, che davanti agli imprenditori vicentini ripercorre l’iter dell’opera e soprattutto gli ultimi due anni di intensa gestione post-commissariale, ne parla con chiarezza e franchezza: «In questa fase stiamo rompendo le scatole al territorio, ne siamo consapevoli», afferma, sottolineando però che «si sta facendo il possibile per contenere i disagi» e che tra alcuni mesi del cantiere resterà soltanto il ricordo e che «il territorio potrà beneficiare del nuovo collegamento» che riscriverà la mappa dei movimenti di persone e merci. «Dal 2018 - prosegue - il consorzio Sis, concessionario dell’opera, sta realizzando 50 milioni di euro di lavori al mese». I DUE SEQUESTRI. Dallo scorso giugno, della Pedemontana si possono percorrere 7 chilometri tra Breganze e Thiene, fino all’immissione in A31. «A inizio 2020», come detto, saranno aperti altri 5,5 chilometri di superstrada, dalla Valdastico a Malo. Ma proprio a Malo c’è uno degli scogli che comporterà un «ritardo» sull’ultimazione dell’arteria rispetto ai tempi previsti all’inizio. Sul tunnel che porta a Castelgomberto pendono ancora due sequestri giudiziari: uno, a Malo, legato all’infortunio in cantiere che costò la vita a Sebastiano La Ganga, escavatorista di 54 anni, avvenuto nel 2016. Qualche settimana fa, a tre anni dalla tragedia, il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di Spv e «disposto il dissequestro ai fini della messa in sicurezza», ricorda Pellegrini. Per il dissequestro completo occorre attendere ancora. I sigilli bloccano anche un altro tratto di galleria, a Castelgomberto vicino al torrente Poscola, e sono legati al cedimento del settembre del 2017, quando si aprì una grande voragine. È per ovviare in parte allo stallo giudiziario che Sis sta operando in galleria attraverso il tunnel di Vallugana, tra le tensioni dei residenti. «Anziché avanzare dagli estremi della galleria Malo-Castelgomberto - spiega Pellegrini - si scava dall’interno». In parte, questa soluzione consente di limitare il ritardo di avanzamento. In ogni caso, i vertici di Spv e Sis confidano che nei prossimi mesi i sigilli vengano tolti e stimano pertanto «il traguardo finale dell’opera, tratto Trevigiano compreso, nell’autunno del 2021». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Scorzato

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