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Parla in vicentino il numero uno della psichiatria Usa

Da sinistra il sindaco Acerbi, lo psichiatra Maurizio Fava con il fratello docente di psicologia clinica GiovanniIl General Hospital dell’università di Harvard
Da sinistra il sindaco Acerbi, lo psichiatra Maurizio Fava con il fratello docente di psicologia clinica GiovanniIl General Hospital dell’università di Harvard
Da sinistra il sindaco Acerbi, lo psichiatra Maurizio Fava con il fratello docente di psicologia clinica GiovanniIl General Hospital dell’università di Harvard
Da sinistra il sindaco Acerbi, lo psichiatra Maurizio Fava con il fratello docente di psicologia clinica GiovanniIl General Hospital dell’università di Harvard

Un valdagnese alla guida del dipartimento di medicina di Harvard. Non è un sogno, ma una bella realtà che porta la firma di Maurizio Fava. Un’eccellenza che affonda le radici nella città laniera con gli studi al ginnasio del liceo “Trissino” e la passione per il basket nata con la “Virtus Valdagno”. A 63 anni, dopo una carriera costellata di successi nella ricerca nel campo della depressione, con alle spalle la pubblicazione di centinaia di articoli sulle riviste scientifiche più prestigiose al mondo e di decine di libri, Fava il 1° ottobre diventerà direttore del dipartimento di psichiatria del Massachusetts General Hospital, l’ospedale di medicina dell’università di Harvard. Lo psichiatra, che da 34 anni ha lasciato l’Italia per vivere e lavorare a Boston, fino ad oggi è stato direttore del centro di ricerche cliniche sulla depressione, ovvero il Clinical Trials Network and Institute di Harvard dove è stato alla guida di un’équipe di una trentina di persone impegnate nella ricerca. Con i suoi studi è riuscito a scoprire nuovi trattamenti farmacologici nella lotta alla depressione ed oggi ha messo a segno uno dei suoi canestri migliori. Nonostante la vita e le soddisfazioni Oltreoceano non ha dimenticato i suoi natali e ogni anno, a giugno, torna nel Bel Paese per trascorrere le vacanze, senza far mancare una tappa a Valdagno. A Boston vive con Stefania Lamon, insegnante di nutrizione all’università Tufts di Boston, che ha sposato dopo l’incontro nelle aule dell’ateneo padovano dove entrambi si sono laureati e specializzati rispettivamente in ematologia e in endocronologia e con il figlio Giovanni che a 21 anni sta per diventare ingegnere meccanico. Ha costruito la sua carriera in America, ma le fondamenta sono state gettate in Italia. Dopo il ginnasio sulle sponde dell’Agno ha frequentato il triennio a Padova, dove poi ha proseguito gli studi laureandosi in medicina, ma continuando a tornare a Valdagno per allenarsi con il pallone a spicchi. Un legame forte con la città laniera tanto che la prima esperienza in corsia l’ha fatta proprio al San Lorenzo, dove per tre anni ha lavorato come guardia medica per poi nel 1985 volare a Boston. Ed è proprio all’ombra delle Piccole Dolomiti che Fava trascorre ancora parte delle vacanze estive nella casa di via Ortigara dove ha mantenuto la residenza. Una visita al cimitero dove riposano il papà Ezio, dirigente della Marzotto, e la mamma Olga Danieli, qualche passeggiata in centro storico e le rimpatriate con gli amici della pallacanestro in una città che non solo non l’ha dimenticato, ma è anche orgogliosa del concittadino che diventerà il numero uno della psichiatria americana. Ed è proprio a palazzo Festari grazie a Guanxinet che, nel 2016, è tornato come ospite con il fratello Giovanni, docente di psicologia clinica all’università di Bologna, di psichiatria alla State University di New York a Buffalo e direttore della rivista internazionale Psychotherapy and Psychosomatics. Un appuntamento che è stato anche un ritorno alle origini con l’incontro per Maurizio Fava di alcuni compagni della Virtus. E tra questi c’era anche il sindaco Giancarlo Acerbi che attraverso i social si è complimentato per la nuova nomina: «Un esempio di competenza, impegno e dedizione che tiene alto il nome dell’Italia e di Valdagno nel mondo». Intanto il professore, raggiunto negli Usa, ricorda i bei tempi valdagnesi. «Ho sempre lavorato nel campo della psicofarmacologia alla continua ricerca di nuovi farmaci per la cura della depressione», dice. «E nonostante abbia lasciato l’Italia per lavorare in America non ha mai spezzato il legame con la nostra terra natale. Io e mio fratello quando pensiamo a questa città non possiamo fare a meno di elogiare le sue scuole. Dalle elementari agli istituti superiori, sono di ottimo livello e danno solide basi per costruirsi il futuro». Quello dei Fava è un successo di famiglia. Secondo la prestigiosa rivista Loss Biology, il nome di Maurizio Fava è al primo posto fra gli scienziati più citati al mondo. Ma al terzo posto troviamo il fratello Giovanni. Complimenti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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