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Migranti, doppio appello «Recoaro resti in Sprar»

Il sistema Sprar prevede anche lavori socialmente utili.  ARCHIVIO
Il sistema Sprar prevede anche lavori socialmente utili. ARCHIVIO
Il sistema Sprar prevede anche lavori socialmente utili.  ARCHIVIO
Il sistema Sprar prevede anche lavori socialmente utili. ARCHIVIO

Una raccolta firme a Recoaro, una mobilitazione politica a Valdagno. L’uscita dallo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, da parte del Comune di Recoaro scatena una doppia reazione volta a far rivedere la decisione presa. Nel paese delle terme, le minoranze con i capigruppo Luca Antoniazzi di “Insieme per Recoaro”, Sonia Benetti di “Recoaro cambia!” e Andrea Checchetto di “Recoaro civica” si oppongono fermamente alla decisione e ad appoggiarli ci sono associazioni quali la Caritas e l’Anpi e partiti come il Pd. A Valdagno, intanto, la maggioranza che sostiene il sindaco Giancarlo Acerbi lancia un appello affinché Recoaro rientri nel sistema Sprar avviato insieme con la città laniera nel 2017. RECOARO. «La revoca dello Sprar è un affronto alla comunità recoarese - affermano i capigruppo recoaresi Antoniazzi, Benetti e Checchetto - che è sempre stata abituata ad accogliere il “foresto”. La delibera votata crea problemi pratici con i Comuni limitrofi con i quali dobbiamo collaborare, in questo caso Valdagno». I tre esponenti osservano: «Con il ritorno allo Sprar vogliamo evitare che Recoaro possa diventare sede di un Cas, centro di accoglienza straordinario, visto che il paese è facile da controllare territorialmente e pieno di alberghi sfitti». Dura la presa di posizione contro Branco: «È il fallimento di un sindaco che, dopo aver lavorato nella cooperazione internazionale conoscendo la realtà di profughi e perseguitati politici, rinnega sé stesso per una scelta politica e di poltrona». Antoniazzi va oltre: «Branco ha l’opportunità di riscattarsi e di staccare la spina a questa giunta che lo tiene in ostaggio». Anche Checchetto sottolinea: «Sono convinto che il sindaco abbia una coscienza diversa ma è l’ennesimo tentativo di salvare una poltrona e una coalizione che di civico ha ben poco». La raccolta firme sarà attiva da oggi con un gazebo in via Lelia e giovedì mattina, giorno di mercato. I NUMERI. Il costo complessivo a carico dei due Comuni è di 28 mila euro, parametrati al numero di richiedenti asilo che ciascun Comune accoglie (quindi con una maggiore quota a carico di Valdagno). Per Recoaro, che accoglie una decine di persone, sono 6 mila euro circa. VALDAGNO. Dalla città laniera intanto si alza un appello rivolto a Branco: «Siamo molto dispiaciuti della decisione del Comune di Recoaro Terme di abbandonare il progetto “Siproimi”, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati. Il progetto di accoglienza diffusa era stato costruito con impegno e in modo congiunto dal 2017, raggiungendo gli obiettivi auspicati con l'inserimento lavorativo del 100% dei capifamiglia o singoli ospiti». L'adesione alla rete Sprar «aveva ed ha importanti vantaggi - sottolineano i gruppi valdagnesi -: controllo da parte del Comune sulla gestione dei fondi destinati all'accoglienza e selezione dell’ente gestore; accoglienza diffusa; numeri certi, con la clausola di salvaguardia che impone un tetto massimo di 3 rifugiati ogni 1.000 abitanti e l'esenzione da ulteriori forme di accoglienza; impiego in lavori socialmente utili regolamentato da specifici progetti costruiti su ciascuna persona inserita nel Sistema; integrazione concreta». «Auspichiamo - conclude la maggioranza consiliare valdagnese - che il Comune possa ripensarci, proseguendo le preziose sinergie in essere da sempre tra i nostri due Comuni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Cristina

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