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Recoaro /Schio

Tragedia sulle Piccole Dolomiti: «Andrea era come un fratello, lo sento ancora qui con noi»

Il funerale dell'agente di polizia sarà celebrato mercoledì in duomo a Schio. Rimangono gravi le condizioni di Ilary Dal Zotto.
La tragedia è avvenuta nel Vaio dell'acqua, Catena delle Tre Croci, sulle Piccole Dolomiti; a destra la vittima, Andrea Callegaro
La tragedia è avvenuta nel Vaio dell'acqua, Catena delle Tre Croci, sulle Piccole Dolomiti; a destra la vittima, Andrea Callegaro
La tragedia è avvenuta nel Vaio dell'acqua, Catena delle Tre Croci, sulle Piccole Dolomiti; a destra la vittima, Andrea Callegaro
La tragedia è avvenuta nel Vaio dell'acqua, Catena delle Tre Croci, sulle Piccole Dolomiti; a destra la vittima, Andrea Callegaro

Il giorno dopo la morte del giovane agente di polizia locale Andrea Callegaro, deceduto giovedì in un incidente in montagna, sulle Piccole Dolomiti, c'è poca voglia di parlare nella casa in via D'Annunzio, a Schio, dove la vittima viveva con i genitori. «Siamo devastati», si limita a dire un parente dal giardino della casa della famiglia. In queste ore la comunità si sta stringendo attorno al papà Emilio, alla mamma Roberta, alla sorella Ylenia, anche lei vigilessa, in servizio al consorzio "Alto Vicentino" di Schio, sconvolti dal dolore a causa della tragedia improvvisa.

Secondo le ricostruzioni, Callegaro, 26 anni, stava salendo, assieme a Ilary Dal Zotto, 25 anni, di Piovene Rocchette, verso la cima del monte Zevola. Improvvisamente, nel punto in cui il Vaio Battisti si interseca con il Vaio dell'Acqua, i due ragazzi sono scivolati, ruzzolando per un centinaio di metri. Inutile l'intervento del soccorso alpino e del Suem: per Callegaro non c'è stato nulla da fare. La ragazza, ferita, è stata trasportata in elicottero all'ospedale di Vicenza. La tragedia ha destato profonda commozione per l'improvvisa scomparsa del giovane agente, che lavorava al consorzio di polizia locale "Nordest Vicentino" di Thiene e stava scrivendo la tesi per laurearsi in giurisprudenza.

Una passione per gli sport e l'escursionismo

«Andrea era un ragazzo solare, sportivo: tra bici e sci non stava fermo un attimo - è il ricordo di Renato Bernardelle, un vicino di casa - la sua famiglia vive qui da parecchi anni, lo abbiamo visto crescere. Non abbiamo parole, è davvero una disgrazia. Era un bravissimo ragazzo, oggi è difficile trovare un giovane di quell'età così gentile e così a modo. A vederlo sembrava un bronzo di Riace, ma era di animo buono». «Un bravo ragazzo, simpatico, atletico - gli fa eco Ermo Faccin, un altro residente della zona - gli piaceva andare in montagna. Anche per noi questa notizia è stata uno choc». Ieri al comando della polizia locale di Thiene è stata una giornata all'insegna della mestizia e del dolore.

«Per me era come un fratello minore e lo sento ancora qui con noi - spiega l'istruttore Alessandro Fontana - mancherà sicuramente il suo sorriso, non l'ho mai visto arrabbiarsi con qualcuno. Aveva sempre una parola per tutti. Sul lavoro era molto ligio, operava come vigile di quartiere; anche quando usciva in pattuglia con noi era molto pignolo e molto legato alla sua professione. Era il portagonfalone ufficiale del Comune, vestiva spesso l'alta uniforme; avendo un passato nell'esercito, era legato alla formalità della divisa. Poi era prestante, aveva un fisico invidiabile».

«Era il classico gigante buono - lo descrive un altro collega, l'istruttore Gianluigi Marchiotti - vista la differenza di età, io ero quasi un papà, per lui. Una tragedia che ha colpito un ragazzo entusiasta della vita, con tanti progetti per il futuro». I familiari hanno già fissato la data del funerale, previsto per mercoledì, alle 15.45, nel duomo di Schio.

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