RECOARO. «La Sisilla è troppo pericolosa: va chiusa o messa in sicurezza». Parola di alpinisti, che non hanno preso a cuor leggero le dichiarazioni di Luca Dal Molin, farmacista, ma soprattutto consigliere del gruppo alpini e papà di Matteo, il giovane di Arzignano che ha perso la vita sabato, a 19 anni, dopo aver perso l'equilibrio ed essere sprofondato nel vuoto. L’incidente ha molte analogie con quello costato la vita il 16 settembre 2015 a Francesca Vedovato, 25 anni, di Camposampiero.
Sia Franco Perlotto che Gianni Bisson concordano sulla pericolosità di un percorso nato e attrezzato dalla libera iniziativa di volontari, che tuttavia non compare fra i sentieri del Cai. «Servono lavori seri per mettere in sicurezza il sentiero, altrimenti va chiuso» è convinto Perlotto. Che propone prima di tutto di collocare un cartello che indichi la valutazione della pericolosità, precisando che è riservato ad escursionisti esperti. Il passaggio successivo è quello di creare una ferrata e mettere un parapetto.
Il collega Gianni Bisson annuncia l'intenzione di incontrare a breve il sindaco, Giovanni Ceola: «Il percorso è molto frequentato, anche da persone non abituate alla montagna. Per questo è necessario metterlo in sicurezza».