<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La Pedemontana rilancia le aziende

Ruspe al lavoro nell’area Pip del Tezzon, con nuove richieste di lotti. CARIOLATO
Ruspe al lavoro nell’area Pip del Tezzon, con nuove richieste di lotti. CARIOLATO
Ruspe al lavoro nell’area Pip del Tezzon, con nuove richieste di lotti. CARIOLATO
Ruspe al lavoro nell’area Pip del Tezzon, con nuove richieste di lotti. CARIOLATO

Aristide Cariolato Quando se n’è cominciato a parlare, una ventina di anni fa, il Piano di insediamento produttivo del Tezzon, con i suoi 37 lotti da riservare a nuove aziende, rappresentava la fiducia nel futuro e la speranza per nuova occupazione. Poi la crisi ha dato una brusca frenata agli investimenti e il progetto è rimasto sospeso, anche a causa dei numerosi vincoli. Adesso qualcosa si muove, complice una ripresa che non è più solo una speranza e probabilmente anche la vicinanza con il casello della Pedemontana. Così entro il 2018 si potrebbe completare il 75 per cento delle assegnazioni che permetterebbe di considerare il piano urbanisticamente attuato. L’area del Pip del Tezzon, che si sviluppa lungo la strada provinciale “Priabonese” e confina con la zona industriale nord di Castelgomberto, ha una superficie di 102 mila metri quadrati per un totale di 37 lotti. Rappresenta, senza dubbio, la cartina di tornasole dell’andamento dell’economia della valle dell’Agno. Partito negli anni del boom economico, il Piano era dotato di un regolamento molto rigido che prevedeva, fra l’altro, l’obbligo di assumere almeno 30 operai e destinare il 30 per cento del capannone a magazzino. Vincoli che si sono dimostrati eccessivi, negli anni di crisi economica, tanto da bloccare l’edificazione di nuovi capannoni. Ora però l’area torna ad essere al centro dell’interesse delle aziende, come confermano i numeri: i 37 lotti previsti sono stati tutti assegnati; le agibilità rilasciate sono 20, tre ditte stanno perfezionando la pratica di acquisto di capannoni “incompleti”, bloccati dalla crisi, per completarli, altrettante stanno predisponendo i progetti. In pratica, il momento economico favorevole sta spingendo le aziende ad insediarsi nel Pip del Tezzon di Cereda , superando anche i famigerati paletti dell’attuale regolamento. Tra questi il più difficile da “digerire” è sempre stato quello relativo agli obblighi occupazionali. Vincolo che una società ben inserita nel mercato globale riesce ora a garantire senza problemi. Questo dato, secondo le previsioni dell’amministrazione comunale, porterà entro breve a toccare quota 26 insediamenti produttivi su 37, vale a dire il 70 per cento. Soprattutto si ritiene che entro il 2018 si potrà raggiungere il 75 per cento, tetto che permetterebbe di considerare il Pip urbanisticamente attuato, e quindi le ultime aree potrebbero essere modificate in aree di completamento, con lo stesso indice di quelle ad intervento diretto. «Non va dimenticato che un impulso positivo ad investire per gli imprenditori probabilmente è arrivato anche dalla vicinanza che l’area del Pip del Tezzon ha con i nuovi sbocchi infrastrutturali – considera il sindaco Martino Montagna – . Il futuro casello della Pedemontana, con l’uscita “Valle Agno”, che sorgerà dove ora c’è il campo base del consorzio Sis, è a poche centinaia di metri. Dopo mesi sprecati a trovare intese irraggiungibili fra i comuni confinanti o con enti esterni, allo scopo di modificare lo storico regolamento scritto quasi vent’anni fa, la soluzione arriva dal superamento della congiuntura economica di questi anni». «C’è sempre stata collaborazione e disponibilità da parte del Comune per adeguare le norme e consentire alle aziende di crescere - considera Giuseppe Fortuna, membro della giunta mandamentale di Confindustria -. Non dimentichiamo, però che le piccole imprese stanno ancora soffrendo ed è giusto agevolarle, liberalizzando l’area». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti